E’ vero che gli anziani hanno più paura dei giovani?

La percezione della sicurezza nel nostro Paese non sembra cambiata molto negli ultimi anni secondo la più recente indagine del’Istat, pubblicata a giugno. Poco più di una persona su quattro (il 27,6%) dice di sentirsi poco o per niente sicura camminando al buio nella propria zona. I dati si riferiscono agli anni 2015-2016 e rispetto alla percentuale registrata nel 2008 (il 28,9) le cose sono solo leggermente migliorate.
Tra gli anziani, però, la percezione dell’insicurezza cresce nettamente. Con l’età aumenta il numero di coloro che non escono mai di casa quando è buio per paura (più del 40% dai 65 anni in su), di quelli che si sentono insicuri anche in casa dopo il tramonto (attorno al 30%), e di chi sente che la paura della criminalità influenza le proprie abitudini (più della metà).
Il tema della maggiore paura da parte delle persone più anziane è studiato e dibattuto da molti decenni da sociologi e psicologi.
Uno studio statunitense del 1980 del sociologo Peter Yin ha preso in esame la letteratura precedente segnalando come il timore della criminalità fosse al primo posto tra quelli delle persone più anziane. La ricerca ha sottolineato anche quello che è considerato il principale paradosso su questo tema, e cioè il fatto che in realtà gli anziani sono meno vittime di reati.
Una ricerca condotta sempre negli Stati Uniti nel 1992 alla Purdue University e all’Università della North Carolina e pure realizzata attraverso l’esame di indagini precedenti è arrivata invece alla conclusione che siano in realtà i giovani ad esprimere più paura del crimine.
A una conclusione simile è arrivato anche uno studio del 2013, questa volta condotto attraverso una serie di esperimenti su persone di età diverse e che puntava a indagare i comportamenti presi per precauzione: non ci sarebbe nessun aumento della predisposizione alla paura all’aumentare dell’età.
Uno studio sperimentale condotto all’Università di Bologna e appena pubblicato da Scientific Reports ha ottenuto un risultato diverso. La ricerca ha indagato in particolare su come il contesto in cui una persona si trova possa cambiare la percezione della paura di un evento (nello studio è stato utilizzato un piccolo stimolo elettrico doloroso associato alla vista di un oggetto neutro come una pianta). Gli psicologi guidati da Giuseppe Di Pellegrino volevano capire se trovarsi in un luogo, come una stanza, associato alla memoria di un evento spiacevole (la piccola scossa alla vista della pianta) oppure non associato all’evento spiacevole (la vista della pianta senza subire la scossa) cambi oppure no la sensazione di paura. I risultati indicano che per gli anziani un contesto più sicuro riduce meno la sensazione di paura: anche nella stanza in cui non erano stati sottoposti alla piccola scossa hanno manifestato in media più paura alla vista della pianta. Dunque l’età abbassa la capacità di sentirsi meno esposti a una minaccia grazie al posto in cui ci si trova. In altre parole, gli anziani mantengono più vivo il ricordo e il timore di un evento spiacevole rispetto ai giovani, ovunque si trovino.
(La Stampa)