Anziani nelle scuole: l’esperienza di Baltimora

Nonni a scuola, nelle biblioteche o come supporto agli insegnanti per insegnare a leggere ai bambini: a Baltimora, dal 1998, le malattie neurodegenerative della terza età si combattono anche così.

Di questa particolare sperimentazione ha parlato il Professor Masotti, presidente onorario della Società italiana di Geriatria e Gerontologia, in occasione dell’inaugurazione del VI convegno nazionale sui Centri Diurni Alzheimer, tenutosi a Pistoia il 15 e 16 maggio scorsi.

E’ risaputo che fra le cause più importanti di cattivo invecchiamento mentale e neurologico spiccano il senso di isolamento e quello d’impotenza, spesso componenti tipiche dell’età anziana. Il progetto di Baltimora, chiamato Baltimore Experience Corps, risolve da solo due problemi alla volta: da un lato, offre un servizio volontario ad un sistema scolastico spesso oberato e sottofinanziato; dall’altro, mantiene i pensionati intellettualmente attivi e socialmente integrati nel territorio.
L’esperienza dei Baltimore Experience Corps è stato poi ripreso e studiato dagli scienziati della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, e i risultati sono stati notevoli: secondo le parole delle dottoressa Carlson, a capo dell’equipe di ricercatori della Johns Hopkins,  “Aiutando gli altri, i partecipanti sono stati utili anche a se stessi e ai loro neuroni, ritardandone l’invecchiamento ed in alcuni casi addirittura fermandolo o invertendolo in parte.”

Lo studio, effettuato su un campione di 111 persone in buona salute, over 67, la cui metà circa partecipava al programma degli Experience Corps, ha evidenziato fra i volontari nelle scuole di Baltimora percentuali di atrofia cerebrale a dodici e ventiquattro mesi dall’inizio della sperimentazione decisamente inferiori rispetto alla media: dallo 0,8% al 2% annui medi della popolazione americana generale, gli aderenti alla sperimentazione degli Experience Corps hanno evidenziato valori di aumento dell’atrofia cerebrale molto inferiori, dallo 0,7% all’1,6% in due anni.

Stando così le cose, non si può che concordare col commento del professor Masotti: “Il peggior nemico dell’anziano “, ha dichiarato al convegno di Pistoia, “E’ l’isolamento, la perdita di ruolo. Da ricerche come queste si possono solo trarre utili suggerimenti per ripensare anche il nostro stato sociale.