Infermieri: coniugare la qualità della vita con la gestione dei problemi sanitari all’interno delle RSA

«Bisogna coniugare la qualità della vita con la gestione dei problemi sanitari». È questo, secondo Giampaolo Scarselli consigliere Opi (Ordine professioni infermieristiche) di Firenze-Pistoia, referente del Gruppo di Assistenza Residenziale e nelle Strutture di Continuità, l’obiettivo da perseguire per avere sul territorio Rsa funzionali, in grado appunto di conciliare l’assistenza personalizzata (che mira al benessere della persona) con una sfera sanitaria, capace di offrire competenza e sicurezza.
Le Rsa toscane si sono trasformate progressivamente da strutture a prevalente componente sociale a luoghi di cura per anziani e disabili gravi. Le persone che necessitano di una struttura residenziale non sono solo anziani non autosufficienti, ma anche soggetti accompagnati da più problemi clinici contemporaneamente. Il gruppo di lavoro di Opi per l’Assistenza Residenziale e nelle Strutture di Continuità si prefigge principalmente lo scopo di valorizzare la figura professionale infermieristica nell’ambito dell’assistenza residenziale e nelle strutture di continuità. In questi anni, con l’aumentare della vita media e della cronicità, la figura infermieristica risulta infatti centrale nella gestione del paziente cronico ricoverato.
Il gruppo di lavoro ha inoltre l’obiettivo di accreditarsi come punto di riferimento o quantomeno di ascolto presso i decisori regionali sulle problematiche delle Rsa che vedono coinvolti tanti infermieri, ma anche di ricercare contributi (proposte, interventi, partecipazione) da altri operatori impegnati sul territorio, definire e rendere note le buone prassi da attuare nel vari contesti, organizzare convegni su tematiche relative alla Rsa (sul rischio clinico e sul ruolo dell’infermiere), contribuire all’organizzazione di un piano formativo incentrato sulle problematiche che si trovano a gestire gli infermieri in queste strutture.
«Dal punto di vista operativo – spiega Giampaolo Scarselli – ci proponiamo di ridefinire gli standard regionali di assistenza, superare la prescrizione domiciliare per la fornitura di farmaci, stabilire il ruolo e la presenza di un infermiere coordinatore nel gruppo dirigente, favorire la continuità assistenziale del personale infermieristico (riduzione del turnover e presenza infermiere su 24 ore). L’ambito prioritario di intervento del gruppo sarà quello di progettare un sistema di assistenza a domicilio da proporre alla Regione Toscana, incentrato sulla presa in carico della popolazione fragile affetta da malattie croniche o anziana, favorendo l’implementazione dell’infermiere di famiglia e di comunità con un ruolo attivo delle RSA nella gestione della cronicità nell’ambito territoriale di appartenenza sfruttando sinergie e competenze acquisite. Non ultimo – conclude Scarselli – un altro obiettivo importante sarà quello di far diventare il mondo residenziale attrattivo per i nuovi colleghi e non un luogo di ripiego in attesa di ambiti lavorativi considerati più gratificanti».
(collegio Ipasvi Firenze-Pistoia)