La camminata è lenta? Attenzione alla demenza.

Non è la prima volta che si studiano le correlazioni tra velocità e sicurezza della camminata e decadimento delle capacità cognitive. Ma oggi uno studio cinese della Shangai University, pubblicato sul “Journal of Gerontology” ripropone il tema con l’analisi e la revisione di diciassette distinti studi che riguardano i rapporti tra andatura e deterioramento cognitivo, andatura e demenza e andatura con entrambe le patologie.
In totale sono statte coinvolte quasi 25.000 persone, segnalando come i camminatori più lenti presentassero mediamente maggiori rischi di andare incontro a una forma di declino cognitivo, con percentuali significative.
Il punto della ricerca è che, contrariamente a quanti pensano che il camminare sia un’attività quasi “automatica” essa richieda in realtà tutta una serie di parametri fisici – come il passo associato alla potenza muscolare e alla forza fisica – e neuologici, come la coordinazione in contemporanea di attività motorie, sensoriali e cerebrali.
Da queste deduzioni, che necessiteranno di ulteriori studi mirati per poter essere ulteriormente avvalorate, prende forza il sospetto che il ritmo dell’andatura possa essere un valido indicatore per tener d’occhio il buon andamento delle funzioni cognitive.