Nel 2030 un italiano su tre avrà più di 65 anni

L’Italia e’ il secondo Paese dopo la Germania per numero di anziani. E le statistiche dicono che, seguendo questo trend, nel 2030 un italiano su tre avra’ piu’ di 65 anni e i non autosufficienti passeranno dagli attuali 2,1 milioni a 3,5. Si stima che nel 2013 a Bologna e provincia piu’ di un cittadino su quattro (26,2%) fosse over 65. Lo rivela una ricerca dell’Osservatorio Sanita’ di UniSalute, compagnia del Gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, dedicata al tema dell’invecchiamento e dell’autosufficienza. Alla luce di questo fenomeno – secondo lo studio – non stupisce che il 57% dei bolognesi sia preoccupato dei problemi legati all’invecchiamento e delle spese che esso comporta. Nello specifico il 33% e’ preoccupato della concreta possibilita’ che il Sistema Sanitario Nazionale non riesca piu’ a garantire il supporto sanitario adeguato (percentuale che sale al 39% tra gli uomini di Bologna), mentre il 24% teme di non essere in grado di sostenere le spese per le cure e l’assistenza di cui avra’ bisogno quando sara’ anziano. I problemi di salute tipici di un’eta’ avanzata che preoccupano di piu’ i cittadini bolognesi sono, per il 33% degli intervistati, la demenza senile e problematiche similari (percentuale che sale al 39% tra le donne), cosi’ come un altro 33% segnala i problemi legati alla deambulazione e al rischio di dover rimanere immobilizzati a casa. Il 20% e’ invece preoccupato dagli eventuali problemi cardio-circolatori. La ricerca svela inoltre che sono sempre piu’ le famiglie che devono occuparsi direttamente dei genitori anziani. Se il 42% dei bolognesi, infatti, e’ preoccupato che questo tipo di problemi possa riguardare un proprio familiare, il 40% e’ comunque preoccupato anche per se stesso. Il problema dell’invecchiamento – conclude l’Osservatorio – e’ una delle principali criticita’ che la sanita’ italiana dovra’ affrontare nei prossimi anni. Il Sistema Sanitario Nazionale fara’ sempre piu’ fatica a rispondere alle reali esigenze del cittadino e diventa quindi indispensabile promuovere forme di collaborazione tra operatori privati e pubblici, anche attraverso un fondo solidaristico territoriale, per fornire risposte puntuali e garantire l’erogazione di prestazioni assistenziali di qualita’.