Rapporto Agenzia del Farmaco, tra gli anziani aumentano i consumi di antidepressivi, oppioidi e antidolorifici

L’ultimo rapporto sul consumo dei medicinali in Italia – confermando i dati statistici sul consumo medio (23 confezioni di farmaci pro-capite) e un livello stabile di spesa generale (20 miliardi di euro) in cui cresce solo il livello di compartecipazione del cittadino, che rispetto al 2013 è aumentato del 4,4% con un esborso di 1,12 miliardi – lancia un piccolo allarme per quanto riguarda gli anziani.
Tra i farmaci al top della spesa nazionale vi sono infatti quelli del gruppo degli antidepressivi, che costituiscono un nodo fondamentale per la sostenibilità futura del sistema. Tanto che la direzione generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, oltre ad evidenziare una generale carenza dei servizi nazionali di assistenza psichiatrica sul territorio, prevede che per l’anno 2030 sarà proprio la depressione, subito dopo le malattie cardiovascolari, la patologia responsabile della perdita del maggior numero di anni di vita in buona salute. Negli ultimi dieci anni, infatti, l’uso di antidepressivi è andato continuamente crescendo, anche in modo allarmante, su tutta la popolazione generale, ma sono gli anziani i maggiormente colpiti. Considerando anche che in molti casi il valore dell’incidenza della depressione è spesso non diagnosticato in età evanzata, siamo già di fronte a un picco del 15%, con una netta maggioranza di donne, per le persone che hanno superato i 75 anni di età.
Altro allarma è per l’uso di oppioidi e antidolorifici, responsabili di una variazione della spesa convenzionata che ha visto un incremento del 38,5 per cento. Anche in questo caso sono gli anziani al centro del dato, soprattutto per un impiego non sempre appropriato di questi farmaci e che – fatte salve le corrette terapie del dolore e le cure palliative per i malati terminali – denuncia il rischio di abusi e dipendenze.
Scarica il rapporto Osmed sull’uso dei farmaci in Italia