Scusate sono anziano… e voglio godermi ancora un po’ la vita

Renato Reichlin è una figura “istituzionale” nel mondo del teatro e dell’arte della Svizzera Italiana. Animatore ironico e dissacrante della scena culturale e fondatore già negli anni 80 del Teatro della Svizzera Italiana, poi fondatore dell’Associazione Homo Ridens, direttore del Teatro Sociale di Bellinzona e responsabile degli spettacoli del Dicastero Attività Culturali della città di Lugano, prima di dedicarsi, dal 2014, a un’appassionata e variegata attività di project manager.
All’ingresso della terza età ha fatto rumore con la sua lettera sull’anzianità. Un misto di ironia e tenerezza che fa luce su una condizione che, in Svizzera come nel resto delle società occidentali, è anche un attento monito sociale e politico su cui aprire una riflessione.
Ecco alcuni passaggi della sua lettera:

Desidero chiedere pubblicamente scusa per essermi permesso di diventare… anziano. Non vecchio come quelli che a 50 anni perdono il lavoro e sono appunto troppo “vecchi” per vedersene offrire uno nuovo. No, sono un anziano vero!In effetti faccio ormai parte di quella categoria di persone che stanno creando un crescendo di problemi socio-economici, come non perdono occasione di sottolineare troppi politici (o piuttosto uomini e donne di partito: impariamo a distinguere!) e i mezzi di comunicazione, quelli che con generosità e qualche illusione qualcuno si ostina a chiamare “mezzi di informazione”.
In effetti da qualche anno sono diventato uno di quelli che sfrutta e ancora avrebbe intenzione di sfruttare a lungo Avs e Cassa pensione, dopo averle alimentate per tutta la vita. Al riguardo aggiungo che pago pure regolarmente le tasse su ciò che in passato mi è già stato tassato…
Sono anche uno dei responsabili dell’aumento dei costi della salute, causati in gran parte (così leggo e sento) dall’invecchiamento della popolazione. Accidenti alla medicina e alla ricerca che ci permettono di vivere meglio e più a lungo! E accidenti anche al mio essere previdente, che mi induce da anni a rimpinguare le cassa malati, che ora per colpa anche mia penalizzano tutti con premi esorbitanti (tuttavia premiando alcuni “happy few” con stipendi d’oro…).
Oltre ad avere ereditato (mi dicono) un buon Dna dai genitori, in gioventù ho pure fatto scelte radicali e per certi versi controcorrente, come quella di non fumare, di non assumere droghe (per lo meno illecite…) e persino di consumare alcol con moderazione.
Da poco ho anche scoperto di essere un pericolo per la sicurezza stradale. Sì, perché quelli come me che magari hanno guidato e ancora guidano automobili in mezzo mondo adattandosi a norme e condizioni di traffico diverse (paesi africani, asiatici, ecc.), e affittando spesso mezzi diversissimi per tecnica e assetto, a una certa età automaticamente rimbecilliscono e non ce la fanno più ad orientarsi nella giungla delle nostre indicazioni stradali.
Devo pur ammettere che mettere sotto qualcuno o fare un frontale intanto che cerchi di adeguarti al festival dei cambiamenti dei limiti di velocità, a una certa età sono rischi seri…
Sono anziano e purtroppo (ahivoi!) anche ostinato: ho deciso di godermi ancora un po’ la vita con i miei risparmi, di continuare e anzi migliorare la mia salute e pure di utilizzare a turno le mie automobili, tra cui due bellissime d’epoca degne della mia età. Privilegio però anche molto i mezzi pubblici, benché i nostri politici (?) non si siano ancora decisi a generalizzare tariffe “senior”, come succede in diversi paesi vicini verso cui spesso ostentiamo un’arrogante ma ingiustificata superiorità.

(da LiberaTv.ch)