Siamo sempre più anziani e malati. Solo la giusta dieta potrà salvarci

Il futuro lo descrivono i numeri: nei prossimi 15 anni gli «over 65» rappresenteranno il 33% degli italiani. Ed entro il 2050 gli ultraottantenni triplicheranno. Una buona notizia, letta così: si vive più a lungo. Ma, a volersi guardare bene, non mancano gli aspetti negativi.
«Vanno considerate le ripercussioni sul welfare: come si riuscirà a pagare tutte quelle pensioni? Ogni lavoratore finirà per dover mantenere due persone: se stesso e un’altra. E poi c’è l’aspetto medico. Gli anziani di cui parliamo non sono sani: almeno il 90% ha una malattia cronica. Il 70% due o più: artrite, diabete, cancro, problemi di cuore, ictus e demenza. Spesso sono persone del tutto non autosufficienti. E il sistema sanitario nazionale non sarà in grado di farsi carico di questa situazione. Se non si mettono da subito in campo dei correttivi, andremo incontro a un disastro annunciato». Eccolo qui il mondo che verrà: a raccontarlo è Luigi Fontana, professore di Medicina e Nutrizione all’Università di Brescia e alla Washington University di St. Louis, negli Usa. Da quasi due decenni studia, insieme con il suo gruppo di ricercatori, come migliorare il processo di invecchiamento per allontanare lo spettro delle malattie e rendere così il sistema del welfare e della sanità più sostenibile… su La Stampa