Volontariato in RSA, una “ricchezza” da preservare

Qualche settimana fa le statistiche toscane disegnavano un volontariato sempre più in sofferenza a causa di ridimensionamenti di spesa pubblica e un calo generalizzato della generosità dei privati. In questo fine settimana il festival del volontariato che si è tenuto a Lucca è stata un’ulteriore riflessione sul ruolo di volontariato e terzo settore (la legge di riordino è in discussione in Parlamento) ponendo qualche accento sul valore di questa “generosità” civica e sociale non solo nel settore dei servizi, ma anche come fondamento di una “comunità” sociale e territoriale.
Questo aspetto del volontariato, forse meno legato al bisogno contingente, è molto praticato in RSA. E’ un arricchimento dei servizi già “codificati” dell’assistenza all’anziano non autosufficiente che vi risiede e si affianca all’attività quotidiana degli operatori che lavorano al servizio degli anziani nelle strutture residenziali.
Si esprime come supporto alle attività di animazione quotidiana all’interno delle RSA, sia pure come l’organizzazione di un gioco, il fare un po’ di musica, contribuire a una “festa” interna, o in un gruppo di preghiera. Spesso è il volontariato l’alleato ideale per organizzare una gita all’esterno della RSA stessa come una merenda primaverile all’aperto, un pellegrinaggio a un Santuario, la visita a un museo o a una manifestazione espositiva.
Si tratta cioè di quel “in più” che pur non essendo proprio strettamente necessario costituisce un elemento importantissimo per sentirsi tutti – volontari, operatori, ospiti della RSA – comunità legata al quartiere, alla città, al territorio in cui si opera.
Non è banale poi pensare a come questa “forza” gratuita a favore del prossimo sia cresciuta e radicalizzata nel tempo. Tanti anni di attività ed esperienza assieme alle persone, hanno affinato ulteriormente il suo ruolo sociale e l’efficacia con cui ne è diventato uno dei protagonisti, quando si parla di assistenza. Ruolo che di per sé dovrebbe far riflettere molto su una sua eventuale “crisi” sia dal punto di vista economico sia su quella di un ricambio generazionale e di una crescita di questa forma altruistica di regalare un “momento speciale” in più a chi ne ha più bisogno.
(Elena Nozzoli, RSA Villa Niccolini)