Antieconomiche ma necessarie, rischiano di sparire le piccole farmacie “rurali”

Sono più di settemila in Italia le farmacie che servono piccole comunità con pochi abitanti e dislocate in montagna, piccoli centri periferici rurali, territori lontani dalle città. Ma, anche a causa di contributi pubblici insufficienti rispetto al ruolo di “presidio sociale”, rischiano di non reggere al diktat della redditività, nonostante vi si rivolgano oltre due milioni di persone in gran parte anziane.

Così nasce da Federanziani una iniziativa di sensibilizzazione politica per scongiurarne la progressiva chiusura e riduzione dei giorni di apertura, già in atto in questi ultimi anni.

La sola convenienza economica non basta a definire il ruolo preciso di queste piccole farmacie, perché proprio per la componente anziana della demografia dei luoghi dove esercitano e perché unica voce “di salute” in questi piccoli e isolati territori, non dispensano solo medicinali ma sono sempre più spesso un presidio sociale e di prevenzione della salute, un aiuto per la burocrazia del percorso di salute di molti anziani e un riferimento per i malati cronici.

E’ in questa chiave che, secondo i promotori di una iniziativa di sensibilizzazione che arriverà anche in Parlamento, che il ruolo e il sostegno di queste attività andrebbe sostenuto, in modo da evitare il rischio chiusura e la conseguente fragilità di territori così marginali e particolari.