Anziani, in Europa 4 milioni di violenze ogni anno

Circa il 30% degli 8500 omicidi di persone ultrasessantenni che avvengono annualmente in Europa sarebbe da porre in relazione a maltrattamenti. Si stima inoltre che ogni anno almeno 4 milioni di persone anziane subiscano maltrattamenti fisici, 29 milioni maltrattamenti psicologici, 1 milione abusi di natura sessuale, 6 milioni abusi di tipo economico. Di questi dati allarmanti (fonte Oms) si parlera’ al Convegno “Dignita’ della persona anziana e qualita’ della cura. Una sfida ad abuso e contenzione”, in programma domani a Roma in occasione della Giornata Mondiale contro l’abuso sull’anziano indetta per il 15 giugno. Il Convegno, in collaborazione con il Centro per la Promozione e lo Sviluppo dell’Assistenza Geriatrica dell’Universita’ Cattolica (CEPSAG), si svolgera’ presso il Centro Congressi della CEI, in Via Aurelia 796, dalle ore 9.00 alle ore 18.30. “Un problema tuttora misconosciuto anche in ambito assistenziale – sostiene Don Carmine Arice, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della Conferenza Episcopale Italiana – dove non riceve l’attenzione necessaria da parte degli operatori sanitari e pastorali, problema spesso collegato a scadente qualita’ dell’assistenza e a carenze nella formazione dei caregiver”. “La discriminazione degli anziani, la tolleranza della violenza, la mancata coesione fra generazioni e le disuguaglianze di genere creano in qualche misura i presupposti per abusi e maltrattamenti sugli anziani”, spiega Nicola Ferrara, Presidente SIGG. Inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di anni trascorsi in una condizione di dipendenza, ma soprattutto la riduzione dell’ampiezza e della forza delle reti familiari, accentuata dalla crisi economica, sono tutti fattori che incrementano la fragilita’ degli anziani e quindi il pericolo di essere vittime di abusi di ogni genere. Il convegno si propone di condividere una coscienza dei diritti e delle responsabilita’ che riesca a tradursi in un atteggiamento attivo di rispetto per le persone fragili, nei luoghi della cura, che consideri le dimensioni fisiche, psicologiche, spirituali.