Disabilità, per la prima volta cala la spesa dei comuni

I bisogni aumentano, ma la risposta cala: e’ questo uno dei dati piu’ critici sulla disabilita’ che emerge dalla relazione dell’Istat sulle “disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilita’ grave, prive del sostegno familiare”, su cui ha riferito Linda Sabbadini in audizione alcuni giorni fa alla commissione Affari sociali della Camera. Spesa per la disabilita’… A fronte di una domanda evidentemente crescente, l’offerta di servizi e di risorse e’ infatti in calo: nel 2011, la quota di spesa sociale dei comuni rivolta a questo scopo ammontava a 1 miliardo e 630 milioni, di cui circa la meta’ destinata ad enti privati (cooperative) che gestiscono i servizi. Mentre pero’ dal 2003 al 2010 questa spesa si era incrementata ogni anno in media dell’8%, dal 2010 al 2011 l’incremento e’ stato solo del 2,2%, con variazioni di segno negativo in diverse regioni d’Italia. Nel 2012, si registra addirittura una prima, seppur lieve diminuzione della spesa per l’area disabili a livello nazionale, pari allo 0,1%. … e spesa socialeMolto piu’ consistente e’ poi la riduzione della spesa sociale dei Comuni, a partire dal 2009: “nel 2011 – si legge nella relazione dell’Istat – per la prima volta dal 2003, la spesa sociale dei Comuni risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente (-1%)” e “i dati del 2012, anche se provvisori, confermano l’andamento decrescente, con un ulteriore calo del 2% rispetto al 2011. In valore assoluto, le risorse destinate dai comuni alle politiche di welfare territoriale nel loro complesso ammontano a circa 7 miliardi e 27 milioni di euro nel 2011”. Squilibri territorialiA livello nazionale, si spendono per ogni persona disabile 2.886 euro l’anno: ma essere disabili al Nord e’ molto diverso dall’essere disabili al Sud. Se infatti a in Trentino la spesa e’ di 14.671 pro capite, in Calabria e’ di appena 504 euro. In generale, nelle regioni del nord-est la spesa media annua e’ di 5.307 euro pro capite, nelle regioni meridionali di 777 euro. I principali interventi riguardano il sostegno scolastico (19%), i centri diurni e i laboratori protetti (20%), le strutture residenziali (16%). Si spende meno per l’assistenza domiciliare, a cui vengono destinate solo il 14% delle risorse. Strutture residenzialiLa residenzialita’ per le persone con disabilita’ e’ finanziata in parte dallo Stato centrale, in parte dal welfare locale, tramite strutture sia pubbliche che private: 321 mila complessivamente i posti letto disponibili: il 29,1% e’ finanziato con fondi pubblici, il 45,5% a carico del non profit e il 25,7% finanziato dal settore privato “for profit” per le persone con disabilita’ sono 312 mila. Ogni anno, queste strutture assistono oltre 307 mila persone disabili, per lo piu’ anziani (85%). Anche in questo caso, pero’, si registrano forti squilibri territoriali: si passa infatti da 803 posti letto ogni 100 mila abitanti nel Nord.ovest a 181 posti nelle regioni meridionali. Il non profitCirca 30 mila organizzazioni non profit forniscono assistenza e servizi a persone disabili, erogando oltre 4,3 milioni di prestazioni. “Tra le prestazioni erogate dalle istituzioni non profit – si legge nella relazione dell’Istat – una quota rilevante sono di natura sanitaria, in particolare di tipo riabilitativo e di lunga degenza: tali attivita’ sono state rivolte a oltre 480 mila utenti, mentre le istituzioni coinvolte in queste tipologie di assistenza sono state circa 1.300”. (redattore sociale)