Le cure del futuro passano (anche) dal telefonino? Vediamo a che punto siamo

Forse non tutti sanno che al momento sono disponibili quasi 300.000 applicazioni scaricabili dalle varie piattaforme sul nostro telefonino che si rivolgono alla nostra salute. Un dato straordinario che, dopo sei anni di continua crescita, vive adesso un momento di saturazione del mercato, dalla quale uscire solo attraverso la conquista della credibilità del mondo medico-scientifico con studi e casistiche appropriate e attraverso la “neutralità” scientiica degli sviluppatori.
Sì perché, in effetti, le ultimissime ricerche ci dicono che per la prima volta l’offerta sulle varie piattoforme internet da cui si scaricano queste applicazioni, superano la domanda di utenti sempre più scettici di fronte alla vera utilità di programmi che in quasi un caso su tre nascono dall’industria farmaceutica stessa oppure – nel 50% dei casi – da sviluppatori dell’information technology che non hanno “esperienze” di salute e medicina.
Aggiungiamo poi il fatto che la quasi totalità delle applicazioni disponibili nasce per dialogare e ampliare le applicazioni già preinstallate al momento dell’acquisto dei telefonini di ultima generazione – come Salute di Apple, Google Fit e S-health di Samsung – e il gioco è fatto.
Ci sono tuttavia molte questioni aperte. La prima riguarda il fatto che questo mercato delle applicazioni (molte tra queste anche gratuite) si concentrano sul target del cliente-paziente finale e cercano di specializzarsi sempre di più su malattie o funzioni specifiche, come ad esempio il diabete o un diario terapeutico. La seconda è il ruolo indubbio dello sviluppo del mercato di queste applicazioni sia nell’incontrare una maggiore domanda di salute, sia per il ruolo che al momento rivestono in particolare sul controllo, la prevenzione, l’educazione alle buone pratiche.
E’ da queste questioni aperte che gli esperti disegnano già nei prossimi cinque anni uno scenario in cui più di due miliardi e mezzo di utenti utilizzeranno queste nuove tecnologie, in grado già oggi nella loro forma evoluta di dialogare con altri strumenti “indossabili” di controllo come braccialetti e sensori vari.
Un passaggio che chiama fin da subito ad eliminare un certo scetticismo della classe medica e un certo ritardo della sanità pubblica dei diversi Paesi, attraverso il potenziamento degli studi scientifici e statistici, e quello altrettanto importante della comunicazione e del monitoraggio dei dati. Aspetti che, oltre a migliorare la vita dei pazienti, farebbero risparmiare tempo e denaro.