Occhio al diabete, bastano cinque anni per il declino cerebrale degli anziani

L’associazione europea per lo studio del diabete (EASD) pubblica una nuova significativa ricerca sugli effetti del diabete negli anziani, un problema che riguarda quasi cinque milioni di italiani.

Il collegamento tra diabete di tipo 2 e l’aumento del rischio di demenza e altre patologie cognitive era già stato individuato da molte ricerche, ma in questo nuovo studio i ricercatori dell’Università della Tanzania e della Monash University di Melobourne hanno voluto approfondire i collegamenti tra declino cognitivo e atrofia cerebrale, con la conseguente riduzione del numero di neuroni a livello dell’encefalo.

Lo studio ha coinvolto 705 persone tra i 55 e 90 anni, la metà delle quali diabetiche, che sono state sottoposte a risonanza magnetica e a valutazioni neuropsicologiche per un periodo di quasi 5 anni. I risultati, ordinati per età, sesso e fattori di rischio, hanno mostrato che negli anziani il diabete era associato a un calo della memoria verbale e della fluidità nell’arco di circa 5 anni. Un declino cognitivo così accelerato che, secondo i ricercatori, può contribuire all’insorgenza precoce di una forma di demenza.

La ricerca apre fronti importanti per la prevenzione che potrebbe rallentare il processo di deterioramento cognitivo, così come rendere più precise ed efficienti le terapie del diabete e del buon compenso glicemico.