Rsa private. La Fp Cgil: “Anaste ha sottoscritto un contratto ‘pirata’ con sindacati non rappresentativi. I servizi peggioreranno”

Il “contratto nazionale privata” sottoscritto tra l’Anaste, l’associazione nazionale che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani e i sindacati non rappresentativi, è un “contratto pirata” per il settore socio-sanitario. A denunciarlo è la Fp Cgil Nazionale che sottolinea come le condizioni di lavoro subiranno un notevole peggioramento: “faremo di tutto affinché non trovi applicazione”. Ecco le motivazioni.
È stato sottoscritto il “contratto nazionale privata” tra l’Anaste, l’associazione nazionale che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani e i sindacati non rappresentativi. “Un fatto molto grave” per la Fp Cgil Nazionale, lo stesso sindacato che ha diffuso anche la notizia della sottoscrizione.
Per la Fp Cgil Nazionale la gravità della situazione scaturisce non solo dal fatto “che interessa una platea di oltre 15 mila lavoratori, ma anche dal peggioramento che ci sarà per le lavoratrici e i lavoratori interessati”. Inoltre aggiunge la Fp Cgil Nazionale “l’Anaste con questa scelta disconosce l’accordo sulla rappresentanza sottoscritto con Confcommercio, l’associazione di rappresentanza alla quale aderisce”.
Si chiude così, secondo la Funzione Pubblica Cgil, “per sola responsabilità di Anaste ogni possibilità di ripresa del confronto per il rinnovo del contratto nazionale, con la scelta scellerata di sottoscrivere un rinnovo con sindacati scarsamente rappresentativi, quali Ciu, Snalv Confsal, Confsal e Confelp, tagliando così fuori Cgil, Cisl e Uil”. Una vertenza, quella per il rinnovo, che ricorda la Fp Cgil “ha visto anche una straordinaria giornata di sciopero nazionale, lo scorso 27 marzo, contro le inaccettabili proposte di Anaste. Le stesse invece messe nero su bianco nel contratto pirata”.
Di fatti, la Fp Cgil, nell’analisi del testo “pirata” sottoscritto, evidenzia diverse criticità. “Nel merito – ha spiegato la categoria dei servizi pubblici della Cgil – si confermano le richieste avanzate da Anaste al tavolo di confronto, ovvero quelle che hanno provocato la rottura delle trattative, come, ad esempio, la conferma solo surrettizia dell’orario a 38 ore, vista la facoltà del datore di lavoro di programmare servizi su 40 ore”. Il tutto, ha aggiunto la Fp Cgil, “retribuendo le 2 ore in più con una maggiorazione omnicomprensiva del 10%, senza che siano considerate lavoro supplementare o straordinario. Inoltre nel contratto ci sono interventi peggiorativi sulla retribuzione della malattia, l’abbassamento dei permessi di riduzione oraria (Rol), la soppressione della quattordicesima per i nuovi assunti e la riduzione a 50 ore dei permessi per il diritto allo studio”.
Ancora, per la categoria, il nuovo contratto “interviene pesantemente anche nel campo delle relazioni sindacali, prevedendo la nomina del delegato unico aziendale, effettuata di concerto dai soggetti firmatari del contratto, e demanda a livello aziendale materie importanti come la eventuale assistenza legale dei dipendenti o la retribuzione della reperibilità, che, in assenza di accordo, deve essere effettuata senza alcuna indennità. Infine non viene riconosciuta nelle declaratorie la figura dell’Operatore socio-sanitario (Oss)”. Sul fronte economico, infine, “gli incrementi salariali, dopo un’attesa di 8 anni, vanno da 32,34 euro lordi per il primo livello a 53,18 euro lordi per i quadri, mentre niente è previsto a copertura degli anni precedenti”.
In sintesi, quindi, “è del tutto evidente che con l’aumento di 2 ore dell’orario settimanale, gli interventi su malattia e permessi e l’aumento tabellare irrisorio a distanza di 8 anni, il costo del contratto è completamente autofinanziato dai lavoratori”. Per chiudere, l’accordo tra Anaste e sindacati definiti non rappresentativi nel settore, disconosce l’accordo sulla rappresentanza a suo tempo sottoscritto tra Cgil, Cisl e Uil e Confcommercio, l’associazione di rappresentanza alla quale aderisce. La Fp Cgil denuncia quindi “un contratto che non solo peggiora le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori ma, allo stesso tempo, interviene pesantemente sulla qualità dei servizi. Per queste ragioni – conclude la Fp Cgil – metteremo in campo tutte le azioni necessarie perché questo contratto pirata, del tutto illegittimo, non trovi applicazione”.
(quotidiano sanità)