Sedentarietà, istruzione, povertà: al sud si invecchia peggio che al nord

Più fragilità e disabilità. Nel meridione d’Italia gli anziani sono più esposti rispetto ai loro coetanei del centro e del nord. Sono questi i dati diffusi in questi giorni dall’osservatorio passi d’argento dell’Istituto Superiore della Sanità, aggiornati al 2018.
Due over 65 su dieci al sud sono in condizione di disabilità, praticamente il doppio di quanto succede al nord, mentre per quanto riguarda la fragilità si toccano punte di un anziano su quattro. La differenza tra fragilità e disabilità è data nel primo caso come una difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane nonostante l’autosufficienza, mentre nel gruppo delle disabilità si presentano difficoltà in attività basilari, come, ad esempio, andare in bagno in autonomia, mangiare, vestirsi, lavarsi.
Come tutte le statistiche sono molte le variabili correlate alle due condizioni di non completa autosufficienza. In particolare i fattori legati alla sedentarietà, all’obesità, al titolo di studio e alle condizioni economiche fanno molta differenza sia sulle medie nazionali e regionali, sia tra sud, centro e nord del Paese.
Sono più sedentari e quindi obesi gli anziani delle regioni del Sud e, inoltre, fattori come il basso titolo di studio e la povertà, sono vere e proprie piaghe per la condizione di fragilità negli over 65.  A livello nazionale, ad esempio, è fragile il 23% delle persone senza alcun titolo di studio, contro l’8% dei laureati, mentre fra i disabili il gap legato al livello di istruzione va dal 22% di chi non ha nemmeno la terza media contro il 6% fra i laureati.Stili di vita a parte, però, sembra essere un fattore determinante anche la diffusione e la qualità dei servizi legati all’assistenza socio-sanitaria, nonché ad una pianificazione e ad una informazione rispetto al momento di ingresso nella fragilità e alla promozione di uno stile di vita in grado di favorire un invecchiamento più sano e attivo.
Un dato abbastanza sorprendente è infatti legato alla sedentarietà, che riguarda una persona anziana su due nelle regioni meridionali, contro l’uno su tre del nord.
Sensibili anche le differenze di servizi territoriali, anche quelli sostenuti dal volontariato, che copre solo il due per cento del bisogno. In generale al sud più che al nord, l’assistenza alla persona fragile o disabile – al di là di un sostegno economico come la pensione di accompagnamento – è totalmente nelle mani della famiglia, che provvede direttamente o con l’aiuto saltuario di vicinato o badanti.