L’iter di segnalazione del bisogno assistenziale della non autosufficienza parte di solito dal proprio medico curante che indirizza verso il PuntoInsieme del distretto di competenza. Saranno loro, in prima istanza, ad orientare l’utente verso le risposte socioassistenziali pubbliche.

I PuntoInsieme sono predisposti dalle Asl e dalle Società della Salute, ed è possibile ricercare quello più vicino a casa propria dal menù in alto alla voce  Punti Insieme, ASL o COMUNI.

Il PuntoInsieme raccoglie la documentazione medica e di reddito-isee e predispone la visita della UVM.
Il modello di domanda e la documentazione richiesta sono omogenee per tutta la Toscana; scarica qui un esempio.
Tra la documentazione richiesta c’è anche una scheda clinica delle condizioni della non autosufficienza che deve essere riempita dal medico curante: qui un esempio

Il passo successivo è la visita della UVM, unità di valutazione multidisciplinare. E’ composta di solito dal proprio medico curante, dall’assistente sociale, da un dirigente medico dell’Asl, da un infermiere professionale, da un operatore professionale terapista della riabilitazione e da un operatore amministrativo dell’Asl per la verbalizzazione. In alcuni casi può avvalersi di un medico specialista aggiuntivo.

Lo scopo della UVM è valutare, oltre alla condizione medica, la possibilità dell’utente di essere assistito per quanto possibile al proprio domicilio, elaborando un Piano di Assistenza Personalizzato (PAP) e una proposta socioassistenziale che deve essere accettata dall’utente o dalla sua famiglia. In caso di disaccordo è prevista una forma di “opposizione” e un’eventuale e più approfondita valutazione.

Successivamente avremo il riconoscimento da parte della UVM delle forme socioassistenziali possibili e l’inserimento dell’utente nelle liste d’attesa predisposte per il suo bisogno.

Tutto l’iter, dalla segnalazione del bisogno alle risposte assistenziali riconosciute, avviene in genere in un arco di tempo non superiore a 90 giorni.
Al riconoscimento di una risposta socioassistenziale si deve però quasi sempre aggiungere il tempo delle liste di attesa, variabile a seconda della propria zona di residenza e dalle urgenze che possono sopravvenire dal territorio, che hanno sempre priorità sulla lista d’attesa.

E’ importante sapere che la richiesta di aiuto socio-assistenziale a fronte di un bisogno è possibile per qualsiasi cittadino. Saranno la condizione sociale e il reddito-isee a indicare la gratuità dei servizi o il livello di compartecipazione economica previsto.

In questa pagina della Società della Salute di Firenze sono raccolte tutte le informative e le leggi regionali che regolano la materia e che sono a disposizione di tutti i cittadini presso i PuntoInsieme.
[Visita la pagina]

Domande e risposte

Il riconoscimento della non autosufficienza (ad esempio l’indennità di accompagnamento) è già la segnalazione del bisogno necessaria ad attivare le risposte socioassistenziali del Servizio Sanitario Regionale?
No. Sono due cose diverse. Il primo è la richiesta all’Inps che la valuterà in base alla legge con una propria commissione medica. La segnalazione del bisogno assistenziale attiva invece il Servizio Sanitario Regionale per la valutazione delle appropriate risposte socioassistenziali, in base alla gravità del bisogno e alla disponibilità delle risorse disponibili. Il PuntoInsieme attiverà quindi una propria Unità di Valutazione Multidimensionale per stabilire l’accesso alle prestazioni.

Se ho un reddito medio-alto non ho diritto a nulla?
Non è così! Il percorso attivato attraverso i PuntoInsieme stabilisce in ogni caso anche l’eventuale esenzione della parte sanitaria dei servizi. Ciò che può succedere è avere quote di partecipazione economica più alte per i servizi sociosanitari riconosciuti.

Se il piano di assistenza che mi viene proposto non mi soddisfa cosa posso fare? Devo per forza rivolgermi a un avvocato?
No. In genere è prevista una normale opposizione al parere della Unità di Valutazione Multidisciplinare, anche chiedendo di inserire la presenza di uno specifico medico specialista. La via giudiziaria è solo l’ultima ipotesi.

Se dopo il riconoscimento di un piano di assistenza specifico le condizioni della non autosufficienza si aggravano, cosa si deve fare?
Ogni forma di assistenza prevista è anche una forma di osservazione e di controllo delle condizioni di non autosufficienza. Sono dunque previste valutazioni a cadenza periodica o straordinarie. In qualsiasi momento comunque, sempre attraverso il medico curante e il PuntoInsieme, è possibile richiedere una revisione del piano assistenziale.