Presentato qualche giorno fa, il documento delle ultime analisi Istat presenta una novità sgradevole: diminuisce la speranza di vita. Le cause? A primo avviso sembrerebbero quelle di un Paese agli ultimi posti in Europa per spesa sanitaria e protezione sociale.
Ecco gli highlights:
Secondo le prime stime relative al 2015, per la prima volta negli ultimi 10 anni la speranza di vita alla nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7). Nel Mezzogiorno i valori della speranza di vita si confermano al di sotto della media nazionale.
Al 1° gennaio 2015 ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani e 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in  età lavorativa, valori in continua ascesa negli ultimi anni.
Nel 2013 la spesa sanitaria pubblica italiana si attesta  intorno ai  2.400 dollari pro capite  a fro nte degli oltre  3.000 spesi in Francia e Germania. La quota di spesa sanitaria privata è pari al 22,6% del totale, inferiore di  oltre un punto percentuale rispetto a quella tedesca ma superiore a quella francese. I  tumori  e  le  malattie  del  sistema  circola torio  sono  le  patologie  per  cui  è  più  frequente  il  ricovero  ospedaliero; tuttavia il ricorso al ricovero è in progressiva riduzione perché sempre più spesso le persone  vengono curate in contesti assistenziali diversi dagli ospedali (day hospital o ambulato ri). Nel 2013 i ricoveri  per  le  malattie  circolatorie  e  i  tumori  si  confermano  più  elevati  nelle  regioni  del  Centro , rispettivamente  2.044,6 e 1.212,6 per 100mila abitanti.
La spesa per prestazioni sociali (19,5% del Pil nel 2013; 5.208 euro pro capite) è so lo in parte coperta dai  contributi  sociali  (14,2%  del  Pil)  come  emerge  dall’indice  di  copertura  previdenziale  inferiore  a  100  e  in  progressiva diminuzione dal 2008. Rispetto al 2012 è aumentata, invece, l’incidenza sul Pil della spesa per le pensioni (16,9 %).
