Attraverso il proprio medico di base, l’assistente sociale o una semplice richiesta al punto insieme più vicino a casa, è possibile richiedere una forma di assistenza (sociale e sanitaria) per la “presa in carico” dell’anziano non più autosufficiente.
Entro poche settimane si viene convocati per una visita “speciale” effettuata da una Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) cui farà seguito la proposta di un Piano di Assistenza Personalizzato (PAP) con soluzioni di assistenza domiciliari, semiresidenziali o residenziali secondo l’indice di gravità della non autosufficienza e una lista d’attesa per i servizi non immediatamente disponibili.
Cos’è e come funziona la UVM
L’Unità di Valutazione Multidisciplinare è il primo incontro che segue la richiesta di assistenza presso i Punti Insieme.
E’ cioè un gruppo di lavoro che si costituisce per la valutazione multidisciplinare dei bisogni sociosanitari del cittadino, per i quali è necessario rispondere con più servizi erogati da strutture organizzative diverse. Uno strumento essenziale per garantire l’integrazione necessaria tra i servizi distrettuali, servizi sociali, servizi ospedalieri, servizi residenziali e semiresidenziali.
L’UVM è costituita da una componente fissa di cui fanno parte il Direttore Sociale e il Direttore Sanitario, l’assistente sociale del comune di residenza del cittadino e il medico di base del cittadino. A questi si aggiungono tutte le figure che si occupano a vario titolo del cittadino richiedente: il medico specialista, lo psicologo, lo psichiatra, infermieri ed OSA, l’educatore, il fisioterapista, il tutore o l’amministratore di sostegno e infine il cittadino stesso o un suo familiare.
L’obiettivo dell’UVM è di migliorare la salute e la qualità della vita del cittadino attraverso un progetto globale condiviso da tutti i componenti del gruppo, utilizzando le risorse disponibili e attuando gli interventi necessari presenti nella rete territoriale di riferimento.
La sede della UVM è presso il proprio distretto sociosanitario e il suo intervento può essere attivato su richiesta del cittadino stesso, dai suoi familiari o dagli operatori che lo seguono.
Dalla richiesta di attivazione l’UVM ha 60 giorni di tempo per essere costituita e proporre il Piano di Assistenza Personalizzato (PAP) e 90 giorni per iniziare a concretizzarlo attraverso l’erogazione delle prestazioni previste.
Le prestazioni a carico dell’UVM sono erogate alle persone non autosufficienti, disabili e anziane nei limiti e nelle modalità previste dalla legge regionale n.66/2008, utilizzando il sistema dei servizi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali del territorio e sostenendo l’impegno delle famiglie nelle attività di cura e assistenza.
In particolare le prestazioni autorizzabilli riguardano:
gli interventi domiciliari sociosanitari, di aiuto alla cura della persona, forniti in forma diretta dal servizio pubblico.
Gli interventi in forma indiretta, domiciliari o per la vita indipendente, tramite contributi economici.
Gli inserimenti in strutture semiresidenziali, come i Centri Diurni.
Gli inserimenti temporanei o di sollievo presso le Residenze Sanitarie Assistenziali.
Gli inserimenti permanenti in RSA.
L’indice di gravità e le graduatorie delle liste di attesa
Come abbiamo visto, dopo la valutazione dell’UVM, il percorso di assistenza può articolarsi in più risposte – domiciliari a diversa intensità o residenziali in centri diurni e RSA – con o senza intervento economico dell’assistito e della famiglia, e comunque in base alla disponibilità di risorse.
In particolare, attraverso le Società della Salute e i singoli Comuni di Residenza, ulteriori agevolazioni economiche possono essere a disposizione degli utenti particolarmente bisognosi.
Ciò determina – purtroppo in tutti i casi di richiesta in Toscana – la formazione di liste di attesa per accedere ai servizi con le agevolazioni previste, dove gli utenti sono inseriti in una graduatoria che prevede un indice di gravità per l’erogazione delle prestazioni.
Il livello di gravità si valorizza in centesimi. Ovvero un indice di gravità 5 corrisponde a 50/100.
I criteri sono:
Presenza o meno della rete familiare, che può dar diritto a un massimo di 30 punti.
Presenza di problematiche socio sanitarie gravi così suddivise: 5 punti per problemi di salute certificati, condizioni di temporanea disabilità; 10 punti per gravi problemi di salute certificati, invalidità civile parziale, coniuge anziano certificato in condizione di fragilità; 20 punti per portatori di handicap grave, non autosufficienti, invalidi civili al 100% e con accompagnamento, affetti da gravi patologie documentabili che si ripercuotono sul livello funzionale e/o mentale, dipendenze da sostanze o alcol.
Un approfondimento sui diversi schemi della valutazione della non autosufficienza è disponibile qui.
A parità di punteggio, la posizione in lista di attesa, tiene conto della data di registrazione al protocollo della richiesta del cittadino, completa di tutta la documentazione sociosanitaria e di reddito necessaria all’iscrizione.
L’ingresso in RSA private o accreditate o ad altri servizi a totale carico economico della famiglia è, naturalmente, sempre disponibile.
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