Al riconoscimento “medico” della non autosufficienza, ad esempio con il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, non si ha automaticamente diritto di accesso a tutte le forme socioassistenziali previste dal Fondo Regionale per la non autosufficienza.
Queste dipendono da alcune valutazioni sulla condizione clinica e sociale del richiedente e partono dal principio che l’anziano non autosufficiente debba essere curato e accudito a casa propria fin quando è possibile.

I questionari (reperibili in tutti i PuntoInsieme e dei quali è possibile avere il quadro completo in questa pagina della Società della Salute di Firenze) sono finalizzati ad offrire il quadro generale del bisogno assistenziale incrociando bisogni sociali e sanitari. A titolo di esempio si può dire che un non autosufficiente grave ma che ha in casa e in famiglia una rete di protezione e accudimento anche solo potenzialmente buona, avrà minori possibilità di un ricovero protetto presso un centro diurno o una residenza assistenziale rispetto a un non autosufficiente meno grave, ma senza la possibilità di essere gestito presso la propria abitazione.

L’Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) così come descritto alla pagina segnalazione del bisogno valuta il soggetto richiedente in base a tre fattori, corrispondenti ad alcuni questionari specifici:

– la condizione socioambientale
– la condizione cognitivo-comportamentale
– la condizione clinico-funzionale

Un fattore determinante di questa valutazione è la definizione del livello di isogravità del bisogno assistenziale, in una scala che varia da 1 a 5 punti.

In pratica, ad oggi, solo le condizioni di isogravità molto gravi, con punteggio 4 e 5, riescono ad ottenere risposte “residenziali”, ovvero l’accesso alle Residenze Sanitarie Assistenziali o ai Centri Diurni. Per le isogravità minori si cerca di intervenire con un aiuto sanitario ed eventualmente economico per assistere l’anziano presso la propria abitazione (vedere le risposte assistenziali).

 

Domande e risposte

Perché devo gestire un anziano non autosufficiente gravissimo in casa, quando vedo che molti meno gravi entrano in RSA?
Questo può succedere perché il non autosufficiente gravissimo ha anche una minima possibilità di avere una rete sociale e familiare che può assisterlo in casa, anche se con grandi sacrifici, mentre l’altro è più solo. Per questo i criteri utilizzati per formulare le risposte assistenziali tengono conto di più indicatori, sanitari e sociali.

Questo sistema di valutazione è davvero giusto?
Purtroppo le risorse economiche (e anche le forze disponibili) per un’assistenza totale della persona non autosufficiente non sono infinite. Il Servizio Sanitario deve cercare allora di prevedere per tempo i capitoli di spesa in modo da renderli disponibili a bilancio e di offrire a tutti, in base al bisogno, una risposta appropriata. Il criterio è quello di non escludere nessuno, ma con le risorse che ci sono.