#iorestoconilnonno, perché è sempre meglio non lasciarli soli

Gli anziani sono i più abituati alla solitudine e all’isolamento, ma è sempre meglio non lasciarli soli. In tutte quelle situazioni in cui qualcuno della famiglia potrebbe ospitare a casa propria o essere ospitato da un anziano, visto il momento del tutto straordinario, è proprio il caso di farlo, anche se il nonno o la nonna sono completamente autosufficienti e, anzi, se la passano meglio di figli, nipoti e parenti.
Per molti non sarà che un piccolo problema logistico, ma per gli anziani sarà un determinante toccasana. Già, perché in momenti come questi, la videochiamata col tablet è certamente consolatoria, ma non risolverà mai alcuni aspetti essenziali. Tra i molti, almeno tre sono “vitali”: In primo luogo il senso di isolamento e la paura, poi seguono dieta e aderenza alle cure, infine una relazione interpersonale “intelligente”.
Allontanare isolamento e paura sarà infatti difficilissimo se gli anziani, non avendo altro da fare, finiranno col tenere la televisione accesa praticamente notte e giorno, con tutti i loro notiziari e talk show che in questi giorni non smettono di creare ansia, spesso mettendo la necessaria informazione solo all’ultimo posto, per ragioni di audience. Tanto più se l’anziano si trova a subirla passivamente, senza poterne fare una serena conversazione con qualcuno accanto a loro diverso dal marito, dalla moglie o da una badante spesso più spaventata di loro.
Poi ci sono i piccoli aspetti pratici della routine giornaliera. Gli anziani tendono a mangiare meno o di più di quel che dovrebbero, spesso con diete del tutto monotone, fatte di pochi alimenti privilegiati non sempre salutari, come zuccheri e grassi. Condividere la tavola con qualcuno li aiuterà a mangiare meglio, talvolta persino a darsi da fare con la cucina rispolverando vecchie ricette e cotture lunghe: un passatempo e un gesto di affetto che tira sempre molto su il morale. Stessa cosa avviene con le terapie. Già in tempi normali – e lo dicono centinaia di statistiche – è difficile ricordarsi le molte pillole da ingerire e le modalità della terapia, figuriamoci quando ci si sente in emergenza e si va in confusione. Una mano e un occhio amico, faranno la differenza anche in questo, prevenendo malesseri e imprevisti sanitari.
Infine una relazione interpersonale privilegiata, con una persona che passa queste giornate di isolamento insieme a loro, aiuta in modo significativo a mantenere più alto il morale. Una giornata è fatta di molte ore che possono essere impiegate sfogliando un album di vecchie fotografie e stimolando ricordi e racconti o anche per una semplice partitella a carte nella serenità di una pace domestica che non capita tutti i giorni. Ancora meglio se lo stimolo alla distrazione e all’attività è anche un po’ più deciso, come impegnarsi a mettere a posto una stanza, dare una sistemata a un balcone o un giardino, dare una riordinata e una bella ripulita a fondo alla casa. Gesti e attività, insomma, che conservino anche un loro valore nel tempo e arricchiranno di questa rinnovata relazione giovani e anziani. Perché l’emergenza finirà e speriamo presto, ma il ricordo di un momento d’emergenza vissuto insieme ai propri cari rimarrà a lungo.