Non si finisce mai di imparare, ma per gli anziani è meglio

Si sa, nella vita più si impara e meglio è, ma nessuno si sarebbe aspettato che andare a scuola – o meglio: frequentare un’università della terza età – può anche essere una straordinaria assicurazione sul rischio declino mentale e demenza. Tolstoj, del resto, diceva che «la vecchiaia è la più inattesa tra tutte le cose che possono capitare ad un uomo». E che dire poi di Aristotele, che diceva: “lo studio è la miglior previdenza per la vecchiaia”?
Uno studio australiano pubblicato dalla rivista Neuropsychology dimostra infatti come gli anziani che seguono corsi universitari, nel giro di pochi anni, aumentano la cosiddetta “riserva cognitiva”, ovvero quel “deposito” di capacità mentale che tutti gli studi disponibili dimostrano come utile a rallentare declino e rischio demenza.
Nello studio australiano sono state osservate per ben quattro anni le capacità cognitive di anziani fino a 79 anni che si erano spontaneamente segnati a corsi universitari di vario tipo, lasciando emergere che rispetto ai propri coetanei meno studiosi, questi mantenevano più alta e brillante quella riserva di nozioni e ragionamenti che si mettono da parte per affrontare meglio la vecchiaia.
L’istruzione, qualora ne servisse ancora una dimostrazione, è quindi in grado di rimpolpare quel tesoro mentale che permette di allontanare il termine in cui si comincia a sentire e a soffrire il peso della vecchiaia.