Anziani +65, attenti alle “malattie” del cibo

L’ADI, Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, diffonde in un convegno i dati italiani su anziani e alimentazione e delinea le cinque aree chiave di intervento.
Cominciamo dai numeri, impressionanti: 1,8 milioni sono gli anziani obesi, 1,9 milioni gli ultrasessantenni a rischio malnutrizione, 1,8 milioni gli affetti da sarcopenia, 9,4 milioni quelli con carenza di vitamina D e nell’ordine di decine di migliaia quello che ricorrono alla nutrizione artificiale a domicilio.
Da qui il manifesto con le cinque sfide da affrontare per il benessere e la salute degli anziani, condivise in un manifesto da almeno una cinquantina di associazioni di pazienti e cittadini interessate al problema.
Al primo posto l’obesità, al secondo la sarcopenia (ovvero la riduzione di massa muscolare particolarmente frequente tra anziani sedentari sovrappeso o obesi), al terzo la malnutrizione calorico-proteica dovuta spesso a una sottovalutata alterazione dei processi digestivi e di assorbimento, e che presenta aspetti clinici come la nutrizione ospedaliera o nelle residenze. Al quarto e al quinto la dimensione clinica della carenza di vitamina D e della nutrizione artificiale domiciliare, i cui stati carenziali possono generare rachitismo, osteomalacia e osteoporosi, ipertensione, cancro e diverse malattie autoimmuni.
Alcuni consigli in merito al contenimento del problema riguardano la promozione di stili di vita sani e una corretta attività fisica per anziani (che include il sollevamento di pesi leggeri, la camminata e l’andare in bicicletta), una restrizione alimentare moderata in caso di diete che non incida oltre le 500 kilocalorie al giorno e infine l’introduzione di proteine ad elevato valore biologico (legumi e pesce) e adeguate quantità di calcio e vitamina D.