Alla Camera question time sui tagli al sociale.

Il Governo conferma tutto, 261 milioni in meno per non autosufficienza e politiche sociali.
Oggi pomeriggio alla Camera il ministro per gli Affari regionali ha risposto a un’interrogazione dei Cinque Stelle che chiedevano conto dei tagli scaturiti dall’intesa Stato Regioni del 23 febbraio scorso. Tagli tutti confermati dal Governo in Aula che manca però di rispondere nel merito dell’interrogazione, e cioè su quali ripercussioni tali tagli avranno sui servizi sociali e assistenziali.
La vicenda dei tagli al sociale scaturiti dall’intesa Stato Regioni del 23 febbraio di cui Quotidiano Sanità ha parlato per primo nei giorni scorsi arriva in Aula alla Camera nel corso del question time di oggi pomeriggio.
Ma l’ascolto dell’interrogazione presentata dal Movimento Cinque Stelle, della replica del ministro per gli Affari Regionali Enrico Costa e della controreplica del M5S, ci ha lasciato alquanto interdetti.
Nell’interrogazione l’on. Giulia Di Vita riepiloga correttamente i tagli al Fondo per la non autosufficienza (-50 milioni, che portano il Fondo a 450 milioni contro i 500 previsti) e al Fondo nazionale politiche sociali (-211,3 milioni che portano il fondo a 99,7 milioni contro i 311 previsti), chiedendo conto al Governo di due questioni: la prima, cosa accadrà ora ai servizi e quali ripercussioni si avranno sull’assistenza con questi tagli, l’altra su come sia stato possibile aumentare di 50 milioni il fondo non autosufficienza con il decreto Mezzogiorno approvato il 22 febbraio, per poi cancellare l’aumento il giorno dopo.
Nella sua replica il ministro ha confermato tutti i dati illustrati dai Cinque Stelle ma nulla ha detto sulle ricadute per i servizi né su quell’aumento del fondo durato solo 24 ore. Unica cosa affermata da Costa è stata che, in ogni caso, rispetto al 2016 il fondo per le non autosufficienze può comunque contare su 50 milioni in più rispetto al 2016, essendo comunque passato da 400 a 450 milioni.
Una nota stampa a posteriori del M5S stigmatizza poi il rimpallo di responsabilità tra Governo e Regioni. “Tra l’altro su questi tagli – si legge nella nota del M5S – stiamo assistendo a un teatrino ridicolo e vile: la scorsa settimana, rispondendo ad un’altra interrogazione, il ministero del Lavoro nella persona del sottosegretario Bobba si era detto assolutamente contrario ai tagli e anche esponenti della maggioranza avevano mostrato forte avversità. Il Mef però alla fine questi tagli invece li ha approvati per cui si è capito perfettamente chi sia a comandare a Palazzo Chigi”.
“Subito dopo aver ammesso l’entità dei tagli – proseguono i Cinque Stelle – dal governo è arrivato puntuale lo scaricabarile: il ministro Costa ci dice infatti che quella Intesa recepiva quanto già previsto dall’autointesa tra le Regioni. Insomma, il governo prende solo atto, non ha niente da dire rispetto a un taglio da 261 milioni che si aggiunge a quello di poco precedente da 422 milioni al Fondo Sanitario Nazionale. Per parte nostra non mancheremo di chiamare in causa i governatori e le interrogazioni nei consigli regionali nei quali siamo presenti per chiedere conto di questi tagli sono già state presentate o lo saranno a breve. Nel frattempo prendiamo atto del fatto che le politiche sociali continuano ad essere sottostimate e finanziate con il contagocce e che per per il governo italiano i cittadini sono solo numeri, tagli e un fattore da sottoporre all’equilibrio dei conti”.
Uno scaricabarile che in qualche modo ha coinvolto ieri anche il Parlamento, chiamato in causa dall’assessore Garavaglia, al quale ha replicato a sua volta dalle nostre pagine oggi Donata Lenzi del PD che, per prima nei giorni scorsi aveva già sollecitata una risposta del Governo sui tagli

Questo è quanto. Ecco in ogni caso il resoconto integrale del question time:

GIULIA DI VITA. Grazie, Presidente. Il Ministro Costa ha presieduto la Conferenza Stato-regioni del 23 febbraio scorso e in cui è stata approvata un’intensa che stabilisce dei tagli che definirei scellerati. Il Fondo per le politiche sociali viene ridotto di ben 211 milioni di euro, passando infatti da 311 a poco più di 99 milioni. Il Fondo, poi, per le non autosufficienze viene ridotto di 50 milioni tornando a quota 450. E qui oltre al danno la beffa, infatti appena 24 ore prima, ovvero il 22 febbraio, in quest’Aula veniva approvato il «decreto Mezzogiorno» che stabiliva un aumento dello stesso Fondo proprio di 50 milioni; un bel gioco delle tre carte. Quindi, siamo qui oggi a chiederle di dare a tutti delle spiegazioni convincenti e soprattutto di illustrare come intendete adesso assicurare ai cittadini di ogni regione i servizi relativi a questi due Fondi e quindi i diritti costituzionalmente garantiti.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari regionali, Costa, ha facoltà di rispondere.

ENRICO COSTA, Ministro per gli Affari regionali. Grazie, Presidente. Devo dire che la ricostruzione da parte degli interroganti è una ricostruzione corretta, perché nella seduta del 23 febbraio ultimo scorso, in Conferenza Stato-regioni, è stata sancita l’intesa tra Governo, regioni e province autonome di Trento e di Bolzano, prevista da leggi di stabilità 2016, sul documento concernente il contributo alla finanza pubblica delle regioni a statuto ordinario 2017, pari a complessivi 2 miliardi 691 milioni di euro. Sulla scorta di tale intesa, parte di tale contributo, pari a 485 milioni, andrà a gravare sui Fondi trasferiti dallo Stato alle regioni.

Tale intesa recepisce come previsto dalla legge quanto definito in sede di autocoordinamento dalle regioni. Nel novero dei fondi interessati figurano anche il Fondo per le non autosufficienze e il Fondo nazionale per le politiche sociali che passano da 311 milioni di euro a 99 milioni di euro. Più in particolare, la riduzione delle risorse a carico del Fondo per le non autosufficienze, pari a 50 milioni di euro, individuata dalle regioni in sede di intesa, comporta uno stanziamento residuo per tali finalità per il 2017 pari a 450 milioni. Detto stanziamento è comunque superiore a quello previsto per il 2016, pari a 400 milioni di euro, poi incrementato di 50 milioni di euro con la legge di stabilità 2017 e con ulteriori 50 milioni di euro con il decreto-legge di fine anno sul Mezzogiorno.

Quindi, malgrado la riduzione di 50 milioni di euro per il 2017, le risorse per tali finalità a disposizione delle regioni sono superiori a quelle del 2016: 450 milioni di euro per il 2017 a fronte di 400 milioni del 2016. Per i criteri di riparto di tali risorse, è intervenuto il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 26 settembre 2016 ed è a questo che va fatto riferimento proprio nella ripartizione della somma tra le regioni.

PRESIDENTE. Il deputato Baroni, cofirmatario dell’interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

MASSIMO ENRICO BARONI. Gentile Ministro, due anni fa abbiamo denunciato agli italiani i vostri tagli ai comuni e alle regioni per quasi 3 miliardi di euro, ora ne vediamo gli effetti. Dieci giorni fa ci avete allietato con il taglio di quasi mezzo miliardo che ricadrà sul Fondo sanitario nazionale e tagliate oltre un quarto di miliardo di euro ai Fondi delle politiche sociali e della non autosufficienza.
Nel continuo bluff, tipico dei prestigiatori malati di gioco d’azzardo, avete inserito 50 milioni di euro nel Fondo della non autosufficienza in una legge nazionale, per riprendervi letteralmente, il giorno dopo, la stessa cifra in Conferenza Stato-regioni. La FAND, la FISH e il Forum del Terzo settore hanno dichiarato la vostra decisione di una gravità inaudita, io aggiungo che state piantando una coltellata al cuore dello stato sociale, un ennesimo tentativo di piegare la Costituzione ai vostri indegni interessi da plutocrati di casta, una rapina ai diritti dei più fragili, di diritti inalienabili sanciti dalla recente sentenza della Corte costituzionale n. 275 del 2016, in cui si sancisce che questi diritti sono incomprimibili dalle esigenze di bilancio.
Voi farete morire altre persone, altri disabili, a causa del pareggio di bilancio, di stenti o di suicidio. Avete innaffiato di soldi una classe dirigente inetta, su chiamata diretta, di vostri amici, ma vi girate dall’altra parte quando dovreste guardare con attenzione gli affetti delle vostre politiche sui più bisognosi. Padoan già dichiarava nel 2014 al Wall Street Journal: il risanamento fiscale è efficace, il dolore è efficace, con questi tagli abbiamo scoperto la matrice della zona grigia della violenza, quella vera. Lei, signor Ministro per gli affari regionali, mi scusi, ma è l’apostrofo inutile tra le parole «ti odio» sussurrate dalla bocca del Ministro dell’Economia Padoan all’orecchio di milioni di italiani che usufruiscono di questi soldi per asili nido, assistenza domiciliare diretta e indiretta e centri antiviolenza, che già da due anni non vedono un euro di questi soldi. Buon 8 marzo, buona festa della donna, signor Ministro.
(quotidianosanità)