L’emergenza pronto soccorso, con quel che significa in un anziano in termini di ricoveri inutili ed effetti multiricovero successivi, è sentita in tutto il mondo occidentale. Tanto più in inverno, quando il ricorso all’emergenza è portato ai massimi livelli dalle malattie stagionali.
Dall’America però arriva un tentativo interessante di diminuire l’incidenza dei ricoveri, così come dimostra uno studio recentemente pubblicato dal Journal of the American Geriatric Society, che ha prodotto il 33% di ricoveri in meno tra gli anziani.
Il sistema fa leva sulle cosiddette cure geriatriche di transizione, che si sostanziano semplicemente nell’individuazione di percorsi alternativi della presa in carico ospedaliera e del post ricovero. A partire da alcuni dati che dovrebbero far riflettere, poiché nei pazienti anziani riuscire a ridurre il numero di ricoveri significa anche prevenire i disorientamenti anticamera delle demenze, il rischio di cadute post ricovero e infezioni ospedaliere e in generale il peggioramento delle capacità motorie e della qualità della vita.
L’esperimento, in atto fin dal 2013, consiste nel creare una rete di protezione per la fascia d’età più vulnerabile. Al momento dell’ingresso in pronto soccorso alcune infermiere specializzate nella cura dei pazienti in età geriatrica sono state chiamate a valutare se gli ultrasessantacinquenni in accesso al pronto soccorso presentassero alterazioni fisiche o cognitive, se erano in grado di prendersi cura di loro stessi a casa o se presentavano condizioni comorbili multiple comuni a questa età e – in alcuni casi – l’infermiera poteva decidere di abbiare direttamente il paziente in una RSA invece che rimandarlo a casa.
Quando possibile, inoltre, questi pazienti in “codice d’argento” venivano spostati in ambienti più tranquilli e protetti rispetto al normale standard ospedaliero. E infine dopo essere stati opportunamente valutati e dimessi i pazienti venivano seguiti attraverso contatti telefonici o con appuntamenti da parte di assistenti sociali.
Il risultato dell’esperimento è che gli anziani che hanno ricevuto questo tipo di attenzione dopo l’accesso al pronto soccorso, venivano ricoverati solo nel 36% dei casi, rispetto alla media dei pazienti in accesso della stessa età, in cui il ricovero avviene in oltre il cinquanta per cento dei casi.