Anziani e IPhone, quando è un’app a predire il declino cognitivo

Una ricerca della Apple fa il punto su una cosa che sapevamo già. Gli anziani non solo usano il telefonino in modo diverso da chi è più giovane, ma che le “abitudini” memorizzate dai device possono predire l’invecchiamento cerebrale.

Lo studio si chiama App Usage Predicts Cognitive Ability in Older Adults ed è stato condotto da cinque ricercatori che lavorano per Apple.
I dati sono stati raccolti su un campione di utilizzatori con 66 anni di età media, con oltre la metà di persone di genere femminile. I risultati più evidenti riguardano l’uso del telefono e delle app di messaggistica, che sono sensibilmente minori rispetto alla media. Poi c’è la maggior lentezza d’interazione di alcune di queste app, che dimostra come, in più di sette casi su dieci, giustifica il sospetto di qualche declino cognitivo rispetto agli utilizzatori più giovani. Un dato avvalorato dal fatto che altri anziani, con un declino cognitivo minore rispetto alle persone di pari età, tendono ad utilizzare le diverse funzioni del telefonino in modo del tutto analogo alle persone più giovani.

La stessa Apple, di solito restia a pubblicare questo tipo di ricerche, ritiene la ricerca ancora insufficiente – per il numero di persone anziane coinvolte – a stabilire un vero e proprio dato scientifico. Pur essendo la dimostrazione di un sempre maggiore interesse da parte dei produttori di device telefonici di ultima generazione verso il mercato senior. Interesse che già da tempo occupa gli sviluppatori all’introduzione di applicazioni in grado di facilitare la vita degli anziani, monitorare il loro stato cognitivo e predire alcune condizioni, come possibilità di cadute e altri parametri nella sfera della salute.