Anziani e olfatto, se scarseggia c’è qualcosa che non va

Non sentire più gli odori come prima dovrebbe essere per gli anziani un fattore di allarme da non sottovalutare. Secondo le ultime ricerche pubblicate su Annals of Internal Medicine il nervo olfattivo è l’unico nervo cranico direttamente esposto all’ambiente ed è vulnerabile a determinate condizioni di fragilità della salute, come malattie mediche, lesioni cerebrali e traumatiche e le malattie neurovegetative. Studiandole, i ricercatori hanno cercato di correlare le relazioni tra danni olfattivi, malattie e rischio di morte negli anziani.

Emerge così che gli anziani con un significativo calo olfattivo sono mediamente di quasi il cinquanta per cento più esposti al rischio nei dieci anni successivi.
Lo studio ha coinvolto oltre duemila anziani ultrasettantenni, che sono stati sottoposti a un test di riconoscimento di dodici odori tra i più comuni della quotidianità e suddivisi in tre gruppi di percezione: buono, moderato e scarso.  L’idea di fondo partiva dall’assunto che alcune malattie, come le demenze e il morbo di Parkinson – entrambe collegate a un più alto rischio di mortalità nell’anziano – hanno un impatto aggressivo anche a livello dell’olfatto.

Erano già noti, infatti, alcuni effetti tipici del decorso di queste malattie legate proprio alla scarsità dell’olfatto, nell’impatto comune sui comportamenti relativi all’igiene personale e nell’appetito e nei comportamenti alimentari.

La sintesi dello studio, nelle modalità e nelle statistiche relative, punta a sensibilizzare il più possibile gli addetti alla cura della persona anziana, sull’importanza di una maggiore attenzione – anche attraverso la prescrizione di screening olfattivi – al problema di una più debole o addirittura scarsa percezione degli odori.