La robotica nell’assistenza agli anziani sta ormai facendo passi da gigante, ed ogni Paese sta investendo molte delle proprie eccellenze del settore su questo fronte. La natalità ormai a zero e l’invecchiamento dovuto a una sempre più alta speranza di vita – purtroppo non sempre in salute – della popolazione anziana, spingono l’urgenza di certe innovazioni. Il Giappone ne è il paese simbolo, primo per invecchiamento a livello mondiale e con una tradizione nelle tecnologie robotiche anch’essa sopra la media.
Ciò significherà rinunciare alla cura e all’assistenza fornita da personale di cura in carne ed ossa? Certo che no. Anzi, proprio dal Giappone tradizionalmente chiuso all’immigrazione, da tempo si sta spingendo all’apertura a una immigrazione da altri paesi proprio sul fronte di queste professionalità.
Ai robot saranno affidati, piuttosto, compiti di precisione. Secondo un Future Lab recentemente tenuto nella città di Shinagawa, il lavoro di ricerca finora concentrato sui sensori in grado di monitorare i parametri vitali degli anziani, si sta progressivamente orientando anche su altre forme di controllo e comunicazione. Nascono così robot che possono essere teleguidati dai figli nelle case dei propri genitori anche da lunghe distanze, altri in grado di dialogare con gli anziani trasformando messaggi di testo in dialoghi parlati e viceversa.
La nuova generazione robotica sarà così sempre più in grado di ricevere ordini orali anche da lunghe distanze ed eseguire operazioni sia di accudimento della persona anziana sia di miglioramento e funzionamento dell’ambiente che lo circonda. Sia esso la propria casa, così come le residenze specializzate che, in gran parte, almeno in Giappone, già sperimentano da anni queste nuove possibilità dell’automazione, ad iniziare da quelle ormai già classiche di sollevamento o monitoraggio continuo delle persone assistite.