La questione dei troppi farmaci agli anziani, che in molti casi arrivano a prendere anche dieci farmaci al giorno, è ormai anch’essa anziana. Da anni non si fa che dire che “less is more” e che si dovrebbe cercare di limitare questo carico (anche per il Servizio Sanitario Nazionale) soprattutto per due fenomeni strettamente collegati: la difficoltà dell’anziano a seguire correttamente queste multiterapie e la possibilità, già provata scientificamente, che i farmaci e i loro diversi principi attivi creino effetti collaterali anche pericolosi l’uno con l’altro.
In più si parla, sempre da anni, degli effetti “a cascata” di tante terapie, con farmaci che richiedono a loro volta altri farmaci per poter essere sopportati da persone con uno stato fisico non proprio al massimo della reattività.
I numeri sono impressionanti, perché praticamente un over 65 su tre presenta una multipatologia curata con più farmaci, oppure perché – statistiche alla mano – è facile entrare in ospedale in una condizione in cui si prendono cinque farmaci e alle dimissioni ci si trova a doverne prendere sette o più.
Pillole facili, insomma, di fronte alle quali anche il medico di famiglia rischia di doversi arrendere. Da una parte perché ogni giorno davanti all’ambulatorio c’è una fila di anziani che quasi pretende di uscire con una pillola che li faccia stare meglio. Dall’altra perché tanti di questi farmaci sono prescritti nel corso di visite specialistiche, e chi è il medico di base per contestare l’illustre parere di fior di professori?
Come se non bastasse negli anni sono cresciuti a doppia cifra farmaci e integratori senza prescrizione, e nonostante un fenomeno di “povertà” degli anziani rispetto alla capacità di spesa per le cure, sul banco si trova di tutto: dalla pasticchetta per dormire a quella che promette di abbassare la pressione o il colesterolo.
Per limitare il fenomeno, visto che il troppo stroppia, occorrerebbe che tanti anziani si recassero dal medico con l’intera farmacia di casa, dal momento che alcune statistiche affermano persino che qualcuno prende qualche farmaco da anni senza nemmeno più ricordare a cosa serve e chi gliel’ha prescritto. Poi, magari, una più adeguata informazione e una stretta “a fin di bene” delle prescrizioni, aiuterebbe l’anziano a uscire soddisfatto dallo studio del medico anche senza la “ricettina” da recapitare in farmacia. Seguendo un po’ di più i consigli sullo “stile di vita” che spesso vale più di tanti farmaci.
Il passo avanti, forse definitivo, potrebbe però farlo la tecnologia. Da una parte sul fronte degli alert, anche via telefonino, per aiutare l’anziano ad aderire pienamente alla cura, con la giusta quantità di farmaci e i tempi di prescrizione. Dall’altra con un software sulla scrivania di ogni medico prescrittore e ogni banco di farmacia, capace di avvertire in tempo reale se il nuovo farmaco che stanno erogando può andare in contrasto, essere meno efficace o provocare qualche fastidio, visti gli altri farmaci che si stanno prendendo.