Assistere e curare i propri anziani, attenzione ai costi nascosti

C’è una vasta letteratura su chi decide di prendersi cura e assistere i propri anziani fragili tra le mura domestiche. Si sa tutto su quanto questo possa essere utile all’anziano per la continuità di rapporto con il proprio ambiente di riferimento e con le persone che costituiscono i suoi affetti. Sappiamo inoltre dei piccoli e grandi drammi, delle rinunce che comporta e di quanto sia facile – per uno stress a cui raramente si è preparati in anticipo – scivolare nelle contraddizioni di non riuscire a fornire “prestazioni” sufficienti proprio a causa del troppo coinvolgimento, del troppo affetto.
Poco si dice, invece, del lungo elenco di problemi, anche di ordine economico, che derivano da questa scelta (talvolta resa obbligata dai noti difetti di assistenza istituzionale) che rischiano purtroppo di essere sottovalutati sia da chi la compie, sia dalle stesse istituzioni.
Una recente ricerca inglese sul caregiving domestico, pur in un quadro apparentemente lontano dall’assistenza italiana, pone la questione su una serie di problematiche che riguardano anche il nostro paese.
Vediamo così che uno dei primi problemi cui si va incontro è soprattutto economico. Il non essere pronti, cioè, a qualche variazione anche radicale del proprio bilancio familiare programmato. Va da sé che spesso questo tipo di problema deriva dalla scelta di abbandonare temporaneamente o definitivamente la professione di un familiare, con il conseguente taglio del reddito, ma c’è anche e soprattutto dell’altro.
Tra i fattori più sottovalutati c’è quasi sempre il consistente aumento dei costi energetici di conduzione domestica: luce e riscaldamento, in primis… impensabile ad esempio il numero di lavaggi ad alta gradazione della lavapanni domestica.
Altro fattore da prendere in considerazione è una sostanziale variazione della propria spesa alimentare, che dovrà prevedere sempre più spesso cibi specifici (su indicazioni dietetiche specifiche, o per integrare una dieta più svogliata) e ausili non alimentari: dai pannoloni, all’uso di guanti e disinfettanti particolari, etc.
Anche le necessità di trasporto aumentano considerevolmente, per gli accessi sempre più frequenti verso visite mediche e specialistiche rese necessarie dalla fragilità o dalla disabilità, così come lieviteranno di conseguenza anche i costi telefonici.
Occorrerà prevedere inoltre i costi per l’acquisto di mobili e attrezzature domestiche specifiche per le cure, e di variazioni strutturali all’interno degli ambienti domestici assieme a una più alta frequenza di consumo delle attrezzature stesse, alle quali si aggiungono quasi sempre prodotti sanitari o di farmacia non previsti né rimborsabili dal servizio sanitario.
Prese singolarmente queste voci di costo si diluiscono e nascondono nella quotidianità, ma i numeri possono essere davvero impressionanti: fino al 77% in più di bolletta energetica, 38% in più di costi telefonici, 67% di trasporti, 34% di abbigliamento, 52% di prodotti per la pulizia domestica, 49% di alimentari con un ulteriore 24% di cibi “specializzati” e infine un 60% in più dato dal maggior consumo di biancheria quotidiana sommato ad eventuali ausili per l’incontinenza.