Caregiver. In piazza per una legge che aiuti chi si occupa di parenti non autosufficienti o anziani

Sono oltre tre milioni gli italiani che si prendono cura di un parente “tra diritti negati e il silenzio dello stato” e aspettano venga riconosciuto il loro ruolo. Ecco cosa prevede il ddl in discussione tra aiuti economici e psicologici.
Roma. Oggi scendono in piazza. Per loro stessi, per i figli non autosufficienti, per i genitori malati o anziani a cui dedicano tempo energie curandoli nelle case in cui hanno vissuto, riempendo con il loro sacrificio e affetto quotidiano i vuoti lasciati dallo stato sociale.
In Italia sono più di tre milioni le persone che ogni giorno oltre al lavoro, allo studio, si prendono cura di un familiare disabile o non autosufficiente, giovane o ad anziano non cambia l’impegno, lo sforzo economico, di tempo e l’attenzione. A farlo sono soprattutto donne tra i 45 e i 55 ani ma sono anche tanti i teenager che si ritrovano nel difficile ruolo, tanto da chiedere modifiche ai piani di studio per poter conciliare le loro vite.
Li chiamano, “caregiver”, ovvero “colui che si prende cura” detti anche familiari assistenti. Da vent’anni aspettano un riconoscimento giuridico, un aiuto concreto. Questa mattina, arrivati da tutt’Italia, si riuniranno vicino al Pantheon per una manifestazione di protesta perché venga discusso al più presto il Disegno di Legge n. 2128, l’unico che prevede reali sostegni e tutele che possano alleggerire l’immenso carico cui gli stessi Caregiver Familiari sono quotidianamente sottoposti.
Da tempo è infatti discussione in commissione lavoro alla Camera una proposta di legge a firma della senatrice Bignami e di altri cento senatori di ogni schieramento politico. Prevede la possibilità di accedere a un piano assistenziale individuale, di richiedere flessibilità sul lavoro, di avere assistenza psicologica e formazione, di certificare le competenze acquisite e di poter godere di un sostegno economico. E anche al senato vi sono proposte sull’argomento.
“Il fatto che le firme a sostegno di una legge per i caregiver siano bipartisan dimostra chiaramente che il Parlamento italiano è perfettamente cosciente della necessità di una soluzione politica all’annoso problema, come del resto lo era nelle scorse tre Legislature, non ottenendo però la dovuta attenzione da parte di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi 20 anni che non hanno mai investito assolutamente nulla sulle attività di cura svolte dai Caregiver Familiari”. Così dicono gli organizzatori della manifestazione
L’associazione Carer dei caregiver dell’Emilia Romagna ha in passato spiegato come “il disegno di legge in esame parte dall’esperienza di alcune regioni come l’Emilia Romagna e la Sardegna. Si tratta di riconoscere un ruolo e di fare rete tra i caregiver informali, cioè questi volontari domestici che sono per lo più donne e i caregiver formali della rete di assistenza istituzionale, anche per riprogettare le politiche di welfare”.
“Non si tratta assolutamente di sostituire la rete dei servizi sanitari e socio-assistenziali che deve essere garantita e migliorata , ha infatti sottolineato la senatrice dem Donatella Mattessini – ma di riconoscere un ruolo a chi ora opera spesso in assoluta solitudine”.
Oggi nelle stesse ore della manifestazione, su iniziativa dei senatori Laura Bignami e Aldo Di Biagio, nella Sala “Caduti di Nassirya” del Senato si parlerà de “il ruolo del caregiver familiare, tra diritti negati e silenzio dello stato”. Parleranno anche Maria Simona Bellini, Presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili – organismo maggiormente rappresentativo dei Caregiver Familiari italiani, invitati ad intervenire anche i senatori Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro in Senato, Pagano, relatore della discussione normativa nella stessa Commissione.
Interventi, manifestazioni come un atto di accusa. Negli ultimi 20 anni nessun Governo ha mai investito qualcosa sulle attività di cura svolte dai Caregiver Familiari e così ad oggi non c’è una Legge specifica che li tuteli e li sostenga nel loro importantissimo compito. Tutti gli altri Paesi dell’area occidentale, inclusi quelli dell’Unione Europea, hanno ben compreso che tutelarne la salute, il riposo, la vita sociale e la realizzazione personale – ossia i diritti umani fondamentali – equivale a sostenere in modo importante il welfare di ogni nazione.
A causa di questo vuoto legislativo sull’ argomento, sono già state avviate procedure internazionali in Commissione Europea – che ha concesso la procedura d’urgenza ad una specifica petizione firmata da oltre 40.000 persone – e all’ONU, attraverso un ricorso che condanna l’Italia per il mancato riconoscimento dei Diritti Umani dei Caregiver Familiari italiani.
(repubblica.it)