L’instabilità clinica del paziente geriatrico al centro del 32° congresso nazionale Sigot

È in programma a Roma, dal 3 al 5 maggio, il 32° congresso nazionale della Sigot, la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, presieduta da Filippo Luca Fimognari, direttore della Geriatria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza.

L’appuntamento è dedicato alla ”instabilità clinica del paziente geriatrico”. La condizione di vulnerabilità clinica e il paziente geriatrico in emergenza-urgenza saranno il filo conduttore dei lavori, con particolare riguardo all’ospedale, ma senza tralasciare la necessaria continuità con gli altri settings della rete assistenziale.

Il congresso sarà presieduto da Lorenzo Palleschi, direttore della Geriatria dell’Ospedale S. Giovanni-Addolorata di Roma e da Francesco Vetta, direttore della Cardiologia dell’Ospedale Israelitico di Roma. Geriatri, internisti, cardiologi, medici di Medicina generale e altri specialisti che si occupano professionalmente dell’anziano potranno trovare nell’ evento interessanti spunti per ampliare e condividere le loro conoscenze.

«L’età avanzata – spiega Palleschi – spesso porta con sé vari “acciacchi” che compromettono l’ autonomia personale, con la conseguente necessità di ausilio per lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Questo potrebbe indurre a ritenere che la principale domanda da parte della popolazione geriatrica sia di tipo assistenziale e sociale. In realtà, i dati sugli accessi in Pronto soccorso e sui ricoveri ospedalieri dimostrano che sono proprio le persone più anziane quelle che si ammalano più frequentemente e più gravemente e che necessitano di cure intensive ad alta complessità, che possono essere fornite solo in ospedali attrezzati».

Sempre secondo Palleschi, «la contemporanea presenza di più patologie croniche e la ridotta capacità di resistere agli stress (diminuita capacità omeostatica) conferisce alle persone anziane un rischio elevato di frequenti, improvvisi e spesso drammatici mutamenti dello stato di salute (instabilità clinica),che si traducono in imminente pericolo di vita e/o di perdita di funzione». «Il tema dell’instabilità – aggiunge Vetta – è strettamente collegato a una ridotta capacità dell’anziano di mantenere un equilibrio omeostatico. Gli autori anglosassoni hanno coniato, a questo proposito, il temine di “homeostenosis”, che indica il restringimento della capacità di mantenere un equilibrio omeostatico. Tale situazione ha riflessi importantissimi per noi cardiologi, visto che condizioni cliniche quali le aritmie, in primis la fibrillazione atriale e lo scompenso cardiaco, che sono in netto incremento rappresentando la pandemia del millennio, sono i principali determinanti sia della homeostenosis che della conseguente instabilità clinica e trovano adeguato spazio nell’ambito del congresso».

Il presidente Sigot Fimognari ricorda che «l’allungamento della vita media è una grande conquista dei Paesi evoluti, ma esso ci ha consegnato un crescente numero di pazienti anziani fragili e “instabili”, che in varie fasi della loro traiettoria patologica dovranno legittimamente ricorrere all’ospedale, affollando i Pronto soccorso, come ci dicono le cronache di questi mesi. Gli ospedali e i sistemi sanitari devono riorganizzarsi per affrontare questa straordinaria transizione epidemiologica, offrendo al paziente anziano cure adeguate e dignitose in contesti dedicati come i reparti di Geriatria per acuti, e garantendo un’ adeguata continuità con i servizi territoriali». Nella tre giorni del congresso i partecipanti potranno anche seguire gratuitamente alcuni corsi Ecm paralleli che saranno tenuti a latere dei lavori congressuali. Le lezioni sono gratuite e a numero chiuso (70 posti).

Gli interessati potranno iscriversi al corso prescelto collegandosi al sito: https://online.aristea.com/login.