Movimento, cura e compagnia. Il cane è un salvavita per gli anziani

Man sitting against birch tree with a poodle

Diversi studi lo affermano con convinzione. Un cane allunga l’aspettativa di vita di una persona anziana anche di cinque o sei anni. Tanto che persino la pet therapy tende ad usarli come animali di elezione nei trattamenti riservati a questa categoria di persone.
I vantaggi, oltre ad avere una compagnia costante, affettuosa e dinamica attorno a sé, sono legati anche al movimento. La loro costante richiesta di una passeggiata quotidiana o anche più, anche quando tempo e umore farebbero trionfare la pigrizia, sono un toccasana per non lasciarsi andare.
La condizione, naturalmente, è avvicinare la persona anziana al cane più giusto per le proprie condizioni fisiche e le abitudini. Cani molto dinamici, abituati alla caccia o alla corsa veloce, sono ovviamente da scartare, così come la vivacità di certi cuccioli, magari già di grossa taglia, potrebbe mettere in pericolo un equilibrio che comincia ad essere precario. La scelta quindi rimane tra piccola e media taglia. Carlino, Cihuahua e i piccoli barboncini sono i più apprezzati tra quanti amano che la propria compagnia domestica faccia cuccia sul tappeto o sull’angolino del divano o del letto. Con l’unica eccezione del Jack Russel, che ha un’indole assai confusionaria.
Tra i cuccioloni di taglia più grande il cocker e tutta la grande famiglia dei retriver, a cominciare dai labrador, sono senz’altro i più adatti. Soprattutto per la loro capacità di adattarsi ai movimenti del padrone, anche nella sveltezza del passo.
Per il resto, un impegno molto piacevole per gli anziani perché richiede tempo da dedicare a pazienza è educare il proprio animale domestico alle abitudini e alle esigenze della quotidianità. Per questo basta qualche buon biscotto e, come detto, dedizione e pazienza. Nel caso che non ce ne sia abbastanza il lavoro di un buon allenatore farà di qualsiasi cane una compagnia e un salvacondotto per la salute perfetti.