Pericolo Alzheimer, meglio tener d’occhio i livelli di stress

Sentirsi stressati porta gli anziani a una probabilità doppia di sviluppare le condizioni che spesso preludono la malattia di Alzheimer, caratterizzate da un decadimento lieve di alcune funzioni cognitive come la memoria. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Albert Einstein College of Medicine e del Montefiore Health System, negli Usa, pubblicata online su Alzheimer Disease & Associated Disorders.
Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno esaminato i dati relativi a 507 anziani, arruolati nell’Einstein Aging Study, uno studio dedicato alla terza eta’ a partire dai 70 anni. Partito nel 2005, lo studio e’ iniziato con la valutazione dello stress percepito attraverso una scala di valutazione appositamente realizzata. Tutti i partecipanti all’inizio dello studio non risultavano affetti da declino lieve delle funzioni cognitive , ma 71 dei 507 hanno ricevuto questa diagnosi nel corso dello studio. Dall’analisi è emerso che maggiore era il livello di stress percepito assegnato in base alla scala di valutazione, maggiore era anche il rischio di sviluppare decadimento cognitivo lieve. I risultati sono stati confermati da un altro esperimento, nel quale i partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi: quello con più alto stress rispetto agli altri quattro risultava avere una probabilità 2,5 volte
maggiore di sviluppare un declino cognitivo lieve. “Lo stress percepito può essere ridotto da Mindfulness, terapie cognitivo-comportamentali e farmaci. Questi interventi possono rinviare o addirittura impedire il declino cognitivo di un individuo” ha spiegato il professor Richard Lipton, autore dello studio.
Altri studi autorevoli hanno identificato in cinque aree i fattori di stress dell’anziano, ed è utile riassumerle.
La prima area è quella della fiducia, ovvero la capacità di fare affidamento sulle persone che si occupano della sua condizione. La seconda area è relativa all’autonomia dell’anziano nell’avere libertà decisionale e compiere dunque delle scelte.
La terza area riguarda l’industriosità, ovvero il sapersi impegnare in qualche compito con le dovute capacità relazionali e di risoluzione dei problemi che eventualmente comporta.
La quarta area coinvolge l’iniziativa, cioè l’essere in grado di compiere liberamente azioni derivanti dalla propria volontà,
La quinta area, infine, è quella dell’identità, che consiste nella libera ed armonica espressione di sé.
Queste cinque aree riguardano ovviamente non solo la salute, ma si intersecano con i fattori sociali e ambientali in cui l’anziano si trova a vivere ed affrontare lo “stress” quotidiano, tenendo presente – naturalmente – che in assenza di stress non c’è impegno di vita.