Toscana. Badante garantita, dalla Regione

Si chiamerà operazione «pronto badante». Ma avrebbe potuto chiamarsi anche operazione «badante sicura». Perché per le famiglie non sempre è semplice scegliere qualcuno da mettersi in casa per accudire anziani e malati: oltre ai casi limite di furti o di raggiri, emerge spesso il problema di affidarsi a badanti che non trovano la giusta intesa con il degente o che non hanno le competenze per occuparsi di una specifica malattia.

Così, la vice presidente della giunta regionale, Stefania Saccardi, ha pronto un piano per rispondere «a un bisogno fondamentale, quello di affidare un proprio caro a una persona competente e fidata». La Regione Toscana ha stanziato 2 milioni e 350 mila euro per un’operazione senza precedenti, che muoverà i primi passi al massimo entro ottobre: ogni famiglia, indipendentemente dal reddito, potrà avere una badante formata, in tempi molto stretti e, soprattutto, in prova gratuita per quindici giorni.

Il primo passaggio sarà un bando per affidare il servizio a un’associazione temporanea d’imprese o di cooperative. Chi vincerà l’appalto, già a partire dalla fine del 2014, dovrà anzitutto creare un registro delle collaboratrici; poi passerà a istituire un servizio telefonico, il «pronto badante», capace di rispondere subito alle esigenze di ciascuna famiglia al massimo entro 48 ore: spesso, infatti, il bisogno di una badante nasce senza preavviso, a causa dell’infortunio, dell’improvvisa malattia o della dimissione da un ospedale di un anziano. E le famiglie si trovano quasi sempre a brancolare nel buio e ad affidarsi al consiglio, non sempre adeguato, di un amico o di un conoscente.

Il servizio, non solo sarà in grado di fornire una persona con le competenze necessarie per il caso specifico, ma si occuperà della stessa formazione delle badanti, che potrà anche essere fatta «on the job», ovvero attraverso un affiancamento della stessa famiglia che riceve il servizio da parte dell’associazione che vincerà l’appalto. Una volta individuato il giusto profilo, la famiglia avrà la possibilità di tenere in prova la persona scelta per 15 giorni a spese della Regione.

Secondo gli esperti si tratta del tempo necessario per capire se la badante è capace di adattarsi alla situazione e di trovare l’intesa necessaria con l’anziano o il malato. Il contributo di 300 euro al periodo di prova (si calcola che potrà essere offerto a 5.000 famiglie) sarà una tantum, e quindi non ripetibile. Il «pronto badante» si occuperà anche di fornire a domicilio (o di indicare dove è possibile procurarseli) tutti gli ausili necessari all’assistenza: attrezzi per il bagno, carrozzine, sponde per i letti.

Le prestazione inserite nella banca dati saranno condivise con i presidi Asl e i Comuni in modo da integrarle con i servizi domiciliari e ambulatoriali forniti al cittadino da Inps, servizi sociali, Asl e volontariato. «È un progetto innovativo e importante — spiega Saccardi — sia perché si contrasta il fenomeno del lavoro nero e delle cooperative paravento, sia perché si dà una risposta a un problema reale, sentito da moltissime famiglie». (corrierefiorentino)

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