Forse si riapre tutto, ma non per gli anziani

Ancora troppe vittime del virus, ma un lieve miglioramento del numero dei ricoveri fa scattare la voglia e il bisogno di uscire dalla quarantena e cominciare a riaprire qualche attività e permettere qualche spostamento. Con le dovute attenzioni per la salute, perché ormai si è capito che per i prossimi mesi nessuno potrà ritornare alla vita quotidiana dell’inizio di questo 2020.
Tra i diversi problemi di cautela sono già in preparazione norme che prevedono una limitazione più forte proprio per le persone anziane. Da quel che traspare al momento si parla di mantenere isolamento e quarantena per chi ha più di 70 anni e presenta patologie. Norma che, qualora fosse adottata, al di là del buonsenso di superficie presenterebbe almeno due o tre vizi di forma e di contenuto.Per prima cosa l’accomunare tutti gli anziani in un unico grande gruppo indistinto, dal momento che sono rarissime le persone over 70 che non siano in cura per una qualche patologia, e fissando al limite di 69 anni una “libertà” discriminante e forse persino pericolosa. Da una parte perché, almeno a quel che dicono i virologi, si è più a rischio anche in età molto minore se le patologie sono importanti o croniche; dall’altra perché con buona evidenza non si stabiliscono controlli medici specifici sulla singola persona, di qualsiasi età essa sia. Il medico di famiglia, con la sua conoscenza della storia e dello stato di salute dei pazienti anziani che segue, potrebbe essere ad esempio coinvolto nello stabilire l’idoneità di una persona ad uscire e spostarsi in caso di bisogno.
La seconda questione riguarda proprio il bisogno. Certamente i soggetti anziani sono esposti a un pericolo maggiore di ammalarsi di coronavirus, ma dovrebbe essere considerato che a quell’età l’isolamento e l’impossibilità di condurre una piccola routine di normalità potrebbe esporre a pericoli se non maggiori almeno della stessa portata: depressione, mancanza di cura, mancanza di movimento, peggioramenti sul fronte delle stesse patologie invalidanti e tutti i rischi che ben conosciamo della terza e quarta età. Anche in questo caso le profilassi mediche personali e non i divieti o i permessi di massa, potrebbero aiutare e molto nel mantenere vivi e in buona salute i soggetti più anziani.
Ultima, ma non meno importante, è anche una questione territoriale e un’analisi seria della “comunità” in cui gli anziani over 70 si trovano a vivere. Siamo davvero così sicuri che città grande, città piccola, piccolo borgo, centro o periferia, nord, sud, pianura, mare, montagna, siano proprio la stessa cosa e lo stesso rischio per ognuno?