L’obiettivo è un risparmio di circa tre milioni all’anno, ma anche offrire agli anziani affetti da patologie croniche un’alternativa migliore che il ricorso continuo ai pronto soccorso ospedalieri. Tutto attraverso un progetto di assistenza domiciliare che dovrebbe ridurre i ripetuti ricoveri in ospedale dei pazienti che hanno superato i settant’anni di età. Un’idea sperimentale che coinvolgerà l’Università di Firenze e la Fondazione fiorentina Montedomini.
L’annuncio è stato dato in occasione della conferenza internazionale “Long Term Care. Aging in place” promossa dalla Rete Long Term Care Alliance in collaborazione con la Regione Toscana, Ordine dei Chirurgho e diverse fondazioni fiorentine tra cui Menarini, Montedomini e Cassa di Risparmio, tenuta in Palazzo Vecchio e presso l’Istituto degli Innocenti.
La sperimentazione annunciata potrebbe partire già dai prossimi mesi e consisterà nel prendere in carico i pazienti ultrasettantenni con malattie croniche tipiche della terza età, come insufficienza renale, diabete, broncopneumopatia cronica e scompenso cardiaco. 1500 pazienti circa nella sola area fiorentina che costituiscono il 15% dei pazienti dimessi da ricoveri ospedalieri ma che si ripresentano periodicamente al pronto soccorso.
Grazie a dispositivi di telemedicina i principali parametri fisiologici come pressione, polso e peso corporeo saranno monitorati quotidianamente in modo da intercettare le criticità prima del livello di allarme che porta all’accesso al pronto soccorso e al successivo ricovero.
Attraverso questi monitoraggi gli esperti contano di riuscire a ridurre almeno la metà dei ricoveri e, considerando il costo medio di una giornata in ospedale – tra i cinquecento e i settecento euro – dovrebbero produrre un risparmio per la sanità pubblica che supera i tre milioni di euro all’anno.