Più di una persona su dieci, dopo i 65 anni, ha una diagnosi di tumore, e il dato aumenta di qualche decimale percentuale dopo i 75 e gli 85. Ininfluenti le differenze tra donne e uomini, lo stato economico e il livello di istruzione. La buona notizia è che la percentuale di sopravvivenza entro cinque anni dalla diagnosi supera l’80%, almeno nei casi dei tumori più comuni. Quella molto meno buona è che, nonostante le diagnosi, molti non accettano di cambiare il proprio stile di vita. Nel caso del fumo, del consumo di alcol e della sedentarietà – i tre fattori principali di insorgenza della malattia – non c’è consiglio medico che tenga.
Non migliora la situazione nemmeno il fatto che ogni anziano malato di tumore lamenta una pessima qualità di vita, spesso aggravata dalle malattie croniche più comuni, che già dopo i 65 anni riguardano ormai una persona su due.
Sono questi i numeri principali della situazione anziani contenuti nel rapporto “I numeri del cancro in Italia” prodotto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che riporta i risultati della Sorveglianza Passi d’Argento relativa agli anni 2016/2017