Gli anziani guardano il telefonino più di cento volte al giorno, ma solo per le relazioni sociali

Smartphone di ultima generazione e internet sono meno diffusi tra gli anziani italiani rispetto ai loro coetanei europei, ma quelli che li usano privilegiano le applicazioni che aiutano le proprie relazioni sociali. Whatsapp e Facebook, sono le prime opzioni, mentre la terza posizione la conquista Youtube.
Sono questi i risultati di una recente ricerca dell’Università Milano Bicocca – i cui risultati sono stati presentati a Milano alla fine di gennaio – che ha coinvolto un campione di centinaia di anziani a livello europeo, approfondendo poi l’analisi sui comportamenti degli anziani nella fascia 65/75 anni verso il proprio telefonino nelle diverse ore della giornata.
Molte le curiosità che emergono, tra le quali il numero delle volte che questi anziani “controllano” il proprio smartphone, che si attesta sulle 127 volte nelle 24 ore, quasi tutte concentrate nella fascia oraria che va dalle otto del mattino alle venti della sera.
In particolare questi soggetti tendono a ricercare, attraverso la consultazione del telefonino, rapporti e relazioni sociali. Fattori che mettono al primo posto assoluto l’utilizzo della messaggistica di Whatsapp, come punto di contatto con familiari e conoscenti e come seconda opzione di Facebook come una sorta di finestra sul mondo.
Rispetto agli orari, invece, i preferiti sono quelli della fascia diurna, con punte sostanziali nelle prime ore del mattino e le ultime della sera, dato che vede emergere sempre di più l’abitudine di controllare il telefono la mattina appena svegli e la sera prima di coricarsi.
Anche se la terza posizione tra le applicazioni preferite è presidiata da Youtube, il tempo che l’anziano passa al telefonino durante la giornata supera di poco il tempo di un’ora. Dato dal quale emerge un tempio medio per ogni consultazione di appena una manciata di secondi.
I fattori riguardo all’esperienza di uso delle nuove tecnologie in merito alla socialità e alle relazioni interpersonali, sono stati confrontati con quelli di un gruppo consistente di anziani volontari che svolgono attività di socializzazione tradizionali e non usano internet, arrivando alla conclusione che non esistono differenze significative tra l’uno e l’altro metodo di rimanere in contatto con una propria comunità di riferimento.