L’incubo Alzheimer potrebbe iniziare a colpire già a vent’anni

I primi segni invisibili del morbo di Alzheimer possono già manifestarsi in età molto precoce, anche a vent’anni. Lo stabilisce uno studio, pubblicato dalla rivista ‘Brain’ a firma della Northwestern University di Chicago, che cambia la prospettiva sulla malattia che si considerava legata all’età avanzata. Secondo gli scienziati – così come riporta il ‘Daily Mail’ – la proteina tossica che danneggia il cervello inizia la sua opera di demolizione già in età giovanile, anche 50 anni prima che i sintomi si sviluppano.
Ora la scoperta solleva la possibilità di intervenire con le terapie anche nelle primissime fasi di esordio della malattia. Ritardare infatti l’insorgenza del morbo di Alzheimer avrebbe un impatto enorme sulla vita del malati e dei loro cari.
I ricercatori hanno esaminato il cervello di persone anziane con e senza morbo di Alzheimer: hanno inoltre controllato i campioni prelevati da 13 persone di età compresa tra 20 e 66 anni decedute, ma che non avevano evidenziato problemi di memoria. I test hanno dimostrato che la proteina beta-amiloide, che distrugge le sinapsi del cervello e causa la malattia di Alzheimer, inizia la sua opera già in persone molto giovani. Secondo i ricercatori “la scoperta che la proteina beta-amiloide inizia ad accumularsi così presto è senza precedenti – osserva Changiz Geula, autore della ricerca – Sono necessarie però ulteriori ricerche per spiegare perché solo una parte delle persone che hanno un accumulo anomalo di proteina beta-amiloide svilupperanno poi la malattia di Alzheimer”.