Da una ricerca a campione presentata a Roma nei giorni scorsi dalla Fondazione Di Vittorio si scopre che mediamente il 74% degli anziani potrebbe avere difficoltà ad affrontare le bollette di elettricità e gas (ma anche l’acqua non è gratis) e che – a causa delle difficoltose burocrazie – è molto difficile per questi anziani accedere ai bonus energia dei comuni, i quali non vengono elargiti nella loro totalità.
Non si tratta di povertà estrema, che pure esiste in forma massiccia tra gli over 65 del nostro Paese, ma di una situazione più “borderline” in cui concorrono fattori di disagio sociale ed economico: solitudine, case obsolete e non sempre adeguate, varie difficoltà di efficienza energetica. E su tutte, naturalmente, l’impossibilità di far fronte ad un imprevisto economico che si possa presentare nella già frugale routine di tutti i giorni.
Così le case e gli ambienti di vita di questi anziani rimangono freddi e freddissimi d’inverno e al contrario afosi e terribilmente bollenti in estate.
La questione ha naturalmente le sue geografie. Il campione della ricerca della Fondazione Di Vittorio e dello Spi-Cgil ha coperto quattro regioni: Liguria, Toscana, Puglia e Calabria. Tra queste la Toscana sembra essere la più immune al problema, mentre la povertà estrema si fa molto più sentire al Sud, ma anche in Liguria qualche problema c’è.
La soluzione? Fondazione e Sindacato chiedono un allargamento della platea dei bonus e degli aiuti economici, ma è chiaro che il problema potrà essere affrontato con più successo solo considerando, tra le diverse fragilità di salute che affliggono gli anziani, anche quella abitativa ed economica. E, vista la crescita esponenziale di anziani e disagio, non sarà una cosa semplice.