Prato, convegno su anziani e riorganizzazione del sistema sanitario toscano

Anziani e disabili al tempo della crisi, tra innovazione, bisogni crescenti e risorse limitate
LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO TOSCANO
Ospedale, cure intermedie e integrazione sociosanitaria a Prato
Prato, Sala del Consiglio Comunale, Venerdì 20 febbraio, ore 9,15

Già il titolo non lascia dubbi sulla portata e gli interessi dell’incontro con l’Assessore per il diritto alla salute della Regione Luigi Marroni, organizzato a Prato nella sala del consiglio comunale il prossimo venerdì mattina. Al tavolo dei relatori anche il Sindaco Matteo Biffoni, Luigi Biancalani, Assessore alla Salute del Comune e Presidente della Società della Salute Area Pratese, la direzione ASL e tanti protagonisti dell’assistenza sociosanitaria a Prato. A cominciare dall’organizzazione dell’evento, a cura dell’Associazione Residenze Sanitarie Assistenziali (ARSA) con il patrocinio del Comune di Prato.
Un convegno che nasce dalla concretezza dei fatti: Prato ha quasi 12.000 ultraottantenni con un 7,5% di invalidi civili. Quasi il 40% di loro è ricoverata in ospedale una volta all’anno o più, mentre sono meno di 600 (su quasi 800 posti disponibili) quelli assistiti in media nelle rsa del territorio. C’è poi la crisi, che ha avuto forti ripercussioni sulla Toscana. Nel periodo 2008-2013 il PIL regionale ha mostrato una flessione dell’8,8%. Dal 2007 al 2013 il reddito delle famiglie toscane si è ridotto del 14%, anche a fronte del peggioramento degli indicatori occupazionali, tra i quali il tasso di disoccupazione generale che, sebbene sempre in misura inferiore al valore nazionale, in Toscana è salito dal 5% del 2008 fino all’8,7% del 2014. E’ in questo scenario che i bisogni socioassistenziali crescono: anagraficamente e perché la crisi ha picchiato più duro proprio nella nostra città, determinando a parità di risorse, risposte socioassistenziali sempre più “concentrate” nel segmento degli anziani gravi e gravissimi.
Un quadro che pone molte domande su come sia possibile – sullo sfondo di una riorganizzazione del sistema toscano della sanità con l’accorpamento delle ASL e l’immaginabile diminuzione dei costi logistici e amministrativi – liberare risorse aggiuntive importanti per un settore già molto in affanno, in cui sempre più spesso gli anziani e le loro famiglie sono costrette ad arrangiarsi come possono in attesa di una risposta istituzionale a bisogni di assistenza concreti e urgenti.
Al centro della discussione anche il primo anno di attività dell’ospedale “per acuti” e il processo di adeguamento del territorio alla domanda crescente di dimissioni ospedaliere protette, lungodegenze, cure intermedie e altre risposte per la cronicità, l’anzianità, le nuove fragilità. Uno scenario dove alle risposte limitate e in qualche caso quasi “esternalizzate” del servizio pubblico si inseriscono il privato accreditato, il volontariato, le RSA private e, a Prato, anche quelle direttamente gestite dalla ASL.
Su tutto i due grandi temi che interesseranno sempre di più il futuro sociosanitario dell’area pratese, che riguardano da un lato le necessarie prospettive di crescita di risposte socioassistenziali a costi più accessibili per le famiglie, e dall’altro la tenuta e lo sviluppo dell’occupazione che al momento coinvolge migliaia di lavoratori, tra professione infermieristica, assistenza alla persona e indotto.

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