Senza anziani non c’è futuro, finalmente un appello internazionale

L’avvento della pandemia ha messo in evidenza a livello internazionale sistemi sanitari deboli, orientati a un poco precisato “efficientismo” e al contenimento dei costi. Ora che il nervo è stato scoperto con migliaia di morti tra le categorie più fragili – anziani, soprattutto – è probabile che la fase post emergenza porti, in ognuno dei tanti – troppi – Paesi che hanno contato decine di migliaia di decessi, a una discussione sui propri modelli di servizi sanitari.
In quest’ottica si inserisce un “manifesto” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e già sottoscritto da molte personalità internazionali – tra cui Prodi, Jeffrey Sachs, Manuel Castells, Aleksandra Dulkiewicz (sindaca di Danzica), Felipe González, Pöttering, Irina Bokova, Card. Zuppi, Adam Michnik, Wieviorka, De Rita, Habermas, Navi Pillay ecc. – che lancia un vero e proprio allarme. Non tanto per “la cultura dello scarto” già citata persino da Papa Francesco, che vede generalmente gli anziani come un peso e un prodotto di scarto nelle nostre società troppo orientate solo al profitto, ma come un vero e proprio pericolo per la “democrazia sanitaria”, ovvero un sistema sanitario in grado di provvedere a salvare vite a chiunque queste appartengano.
Il rischio di una sanità selettiva, insomma, che nelle scorse settimane ha lasciato morire senza possibilità di cure adeguate gli anziani e che domani potrebbe creare altre categorie di marginalità su cui si decide, preventivamente, di non intervenire oltre un certo livello di risorse e di costi.
La questione è seria, perché ad essere in gioco è la nostra stessa umanità, ben prima dell’economia, ed è positivo che tante personalità di rilievo pongano il problema con una speranza di essere ascoltate. Unica amarezza è che si siano aspettati gli spaventosi livelli di mortalità della pandemia per cogliere un problema già latente nei nostri sistemi sanitari, a cominciare dalle allocazioni di risorse e da tanti smantellamenti di reti sanitarie “umanizzanti” e di vicinanza, a causa di disparità di territori, socioeconomiche e di varie convenienze.