Un anziano su cinque a rischio fragilità, nasce l’app contro la sedentarietà

Certo ci sono le malattie croniche e tutti gli altri disagi sociali e sanitari che minano la serenità degli anziani, soprattutto quando si toccano gli ottant’anni, ma due dati sono certi: il primo è che in Italia longevità e aspettativa di vita sono valori tra i più alti al mondo, il secondo è che la sedentarietà è una costante che minaccia il nostro benessere ben prima di raggiungere l’anzianità e la rende sempre più a rischio fragilità.
Secondo L’Istituto Superiore della Sanità ben un anziano su cinque è a rischio fragilità e questa condizione si aggrava con l’avanzare dell’età, arrivando a toccare i trenta per cento nella fascia over 75 e 85 anni.
A questo si aggiungono altri fattori, che riguardano il livello socio-economico, con il 28% di fragilità nei segmenti più poveri, o il basso livello di istruzione, in cui la fragilità insiste nel 24% dei casi. Non manca, infine, il fattore geografico, che registra un’incidenza della fragilità del 24% al Sud e nelle Isole, contro appena il 13% del Nord Italia.
La fragilità registrata è misurata sul quadro epidemiologico e sulla perdita di autonomia nello svolgimento delle attività strumentali della vita quotidiana, la cui analisi fornisce indicazioni e suggerimenti per tentare di contrastare o contenere il fenomeno per le sue ricadute sulla salute generale della popolazione e sulle enormi richieste di risorse da parte del sistema sanitario.Da qui la sperimentazione di un’app rivolta agli operatori socio-sanitari, allo scopo di identificare gli anziani a maggior rischio di fragilità a causa del loro insufficiente livello di attività fisica e per poterli indirizzare verso percorsi di educazione al movimento idonei alle loro condizioni.
I risultati della sperimentazione, assieme a quelli dell’osservatorio della salute del biennio 2016-2018, sono stati presentato ieri nel convegno “prevenzione e contrasto della fragilità dell’anziano”, dallo stesso Istituto Superiore della Sanità. Che ha fatto il punto su come l’invecchiamento della popolazione, grazie ai nuovi traguardi diagnostici e terapeutici, sia nello stesso tempo un trionfo e anche una sfida per la società.
L’allungamento della vita media comporta infatti anche un costante aumento della proporzione di anziani che diventano gli utenti principali delle risorse sanitarie, che per ottimizzare le risorse, richiedono un’attenzione crescente alla promozione di un invecchiamento sano e attivo e ad una sempre maggiore conoscenza delle opportunità di salute. L’obiettivo, che coinvolge i diversi attori in campo, dal Ministero della Salute alle realtà sanitarie regionali e territoriali, è rallentare la progressione verso la disabilità dovuta alla sedentarietà e rendere reversibile questa condizione nei soggetti già fragili. Condizioni dimostrate già dai primi dati dell’osservatorio, degli screening e delle sperimentazioni, nonché di numerosi studi anche a livello internazionale.