In questo particolare momento storico di emergenza sanitaria con forti limitazioni nelle RSA, per cui gli ospiti non possono ricevere visite da parte dei loro cari, si possono facilmente alimentare negli ospiti vissuti di abbandono e di isolamento. Cercando di sfruttare l’istituzionalizzazione degli anziani che in questo momento li costringe a stare lontano dai propri familiari ma mai soli, perché assistiti dal personale sociosanitario e in coabitazione con altri anziani, si ritiene utile incentivare la coesione emotiva fra gli ospiti della RSA. In modo che questo contesto diventi sempre più una risorsa invece che un luogo di fragilità e maggiori rischi di contagio e morte, come le notizie di cronaca in questi giorni lo stanno dipingendo. Questo progetto nasce dalla collaborazione fra l’educatore Mattia Aloi e la psicologa-psicoterapeuta dott.ssa Elena Richiusa, per offrire agli anziani la possibilità di sperimentare una nuova forma di apprendimento in gruppo che li porti a conoscere meglio se stessi e gli altri anziani che vivono con loro, coinvolgendoli in un’attività che stimoli la loro spontaneità e creatività. Si è scelto di intervenire con lo strumento dello psicodramma che è una tecnica di espressione di sé volta a elaborare pensieri, emozioni e ricordi significativi, si tratta di uno strumento di supporto psicologico ma anche di valenza pedagogica. La teoria di Moreno, padre dello psicodramma, delinea un continuo percorso di formazione e di educazione, che dura tutta la vita, almeno fino a quando si è in grado di entrare in relazione con l’altro. Con questa attività di gruppo si mira a creare coesione fra i partecipanti ed in questo momento, in cui siamo obbligati al distanziamento sociale, la vicinanza emotiva è particolarmente importante per il nostro benessere. Attraverso lo psicodramma si vogliono andare ad attivare vissuti di autostima, senso di identità personale, empatia e condivisione. L’efficacia del laboratorio teatrale nel campo della stimolazione cognitiva è dimostrata ampiamente anche dall’esperienza compiuta in questi anni all’interno della struttura, procedendo con un gruppo disomogeneo, si è riusciti a creare un clima non giudicante dove gli ospiti possono esprimersi, mettersi in gioco e divertirsi senza timore di giudizio. Con il passare del tempo i successi conseguiti portano a pensare ad un possibile passo in avanti nella narrazione del se da parte degli anziani. Tale passo, incarnato nella natura dello psicodramma, è possibile solo con la supervisione e il supporto di personale specializzato in ambito psicologico. Il setting prevalente per la maggioranza degli esercizi è una circonferenza composta da sedie e sedie a rotelle. Questo setting permette una migliore comunicazione fra tutti i membri e la possibilità per ciascun partecipante di vedere tutti gli altri. Il cerchio rappresenta anche la parità di espressione, ponendo il conduttore allo stesso livello degli ospiti. Attraverso un lavoro graduale con esercizi mirati, in base alle capacità motorie, cognitive ed espressive di ogni anziano partecipante, si vuole portarli ad una esperienza di racconto del sé, ad una consapevolezza dell’io visto dall’esterno e ad un riconoscimento reciproco delle emozioni.
(Elena Richiusa, Mattia Aloi)