Badanti “desaparecide”, eppure i bisogni aumentano

Il dato non torna, almeno secondo le associazioni sindacali del lavoro domestico. Fatto sta che negli ultimi sette anni, nonostante l’aumento degli anziani che necessitano di una forma di assistenza, le badanti sono diminuite di oltre 200.000 unità, su un totale censito di quasi novecentomila tra donne e uomini. E ciò nonostante non vi siano cambiamenti in merito all’assistenza fornita a domicilio o residenziale del servizio sanitario nazionale.

Sul dato contano più fattori contemporaneamente. Da un lato l’impoverimento generale delle famiglie e la crisi occupazionale rendono più difficile il ricorso a una lavoratrice o lavoratore esterno. Sempre più spesso sono i parenti più prossimi a prendersi cura della persona anziana bisognosa di assistenza, proprio perché, magari, un lavoro in quel momento non c’è o non coprirebbe economicamente le spese per un’assistenza da parte di una lavoratrice esterna alla famiglia.

Il secondo fattore riguarda il fenomeno in crescita del lavoro nero, o grigio. Non potendo sopportare l’onere di un contratto professionale, è facile sfruttare le sacche del lavoro clandestino, utilizzando le molte persone straniere che aspirano a un permesso di soggiorno, oppure facendo solo una regolarizzazione parziale di poche ore rispetto al vero impegno dell’assistenza.

Un altro fattore, infine, è il blocco sostanziale dei flussi di ingresso legali degli stranieri che intendono venire stabilmente per motivo di lavoro, che – oltre ad alimentare l’irregolarità – finisce col privare la società e lo Stato di un potenziale evidente beneficio.

Dati e fattori come questi dovrebbero essere realmente presi in considerazione dalla legislazione e dall’attenzione politica, togliendo il nostro Paese e le sue esigenza dalla sorta di ipocrita miopia con cui si assiste a un fenomeno ormai evidente quanto urgente.