Firenze centro. Parcheggi, mobilità e sicurezza, ecco i problemi degli anziani

Presentata ieri al Palagio di Parte Guelfa l’indagine, condotta da Auser e Sindacato Pensionati in collaborazione col Comune, sulla qualità della vita degli anziani residente nel quartiere centrale del capoluogo toscano. Un’indagine supportata dai numeri – centinaia di questionari analizzati – e dalla trasversalità del campione, che ha coinvolto pensionati appartenenti a più classi sociali ed economiche e anche anziani che ancora lavorano, in una fascia di età che va dai 60 agli 80 anni.
I problemi che emergono sono essenzialmente tre: difficoltà di parcheggio, mobilità cittadina molto limitata e percezione di insicurezza. Su tutti questi problemi, però, emerge anche l’eccessiva pressione turistica: in termini di rumore e tranquillità, così come lo spopolamento della vita sociale e commerciale cittadina in favore dei servizi al turismo, bed & breakfast e chiusure di negozi di vicinato in favore di commerci che sfruttano gli enormi flussi turistici.
Alla voce parcheggi emerge una lamentela “sociale” di questi anziani, dal momento che è difficile per amici e familiari raggiungerli per una visita o una cena assieme proprio a causa della difficoltà di parcheggio. Sempre su questo fronte si lamenta anche la questione strade e marciapiedi invase da scooter e bici e con una cattiva manutenzione che rende difficile “passeggiare” per il quartiere.
Sull’argomento mobilità, strettamente collegato, gli anziani lamentano una povera gestione del trasporto pubblico, con bussini estremamente limitati nell’orario – in particolar modo quello serale – e difficoltà di collegamento con il resto della città che obbliga talvolta fino a tre cambi di mezzi prima di raggiungere una destinazione.
Sulla percezione di sicurezza, invece, emergono di più le differenze socioeconomiche. In generale si lamentano i noti problemi della mala movida e della microcriminalità che riempiono le cronache dei giornali locali, ma in questo scenario sono il 36% degli anziani più poveri a percepire maggiore insicurezza, mentre quelli in possesso di alti titoli di studio e di redditi più alti si sentono relativamente più sicuri.